“SUL CONSORZIO UNIVERSITARO DI RAGUSA”

Dopo alcuni interventi da parte di autorevoli personaggi politici, ci sembra necessario fare alcune, sia pure modeste, riflessioni sulla “vertenza provinciale” rappresentata dal Consorzio Universitario di Ragusa.

Ci pare ormai fuor di dubbio che il “combinato disposto”  della ex  Provincia regionale di Ragusa e della Regione Siciliana sta mettendo a dura prova l’esistenza del Consorzio e quindi la presenza dell’Università nel nostro territorio.

Si è di fronte ad una ex Provincia regionale di Ragusa in piena incapacità di rappresentare il territorio. In assenza di una adeguata definizione legislativa sul ruolo politico-amministrativo che dovranno assolvere i futuri consorzi dei comuni, la nostra ex-provincia, come le altre, per troppo tempo legata al “commissariamento”in cui si verifica il netto prevalere del ruolo gestionale, in capo ai dirigenti, su quello di indirizzo politico, è diventata il luogo in cui si assiste ad una operazione di auto-conservazione e di ri-proposizione di alcuni interessi che non sono quelli più significativi e più importanti del territorio, con la conseguente mortale disattenzione verso quel contesto di sviluppo e di stimolo alla crescita che anche una istituzione, quale il consorzio universitario, a prevalente finalità culturale contribuisce a creare.

Il nostro è un territorio che, dopo gli effetti della crisi, ha bisogno di iniezioni e di ruolo politico forte, capace di fargli recuperare i passi indietro fatti in questi anni, con il pieno intendimento di riportare a suprema vitalità i nostri punti di qualità complessivi.

E dall’altro, ad un Regione che è in pieno caos politico e di inadeguata individuazione delle prospettive dell’Isola, che non ha la percezione culturale dei territori e si muove alla meno peggio, senza un quadro d’insieme, favorendo o sfavorendo questo o quel territorio, a seconda  di calcoli o il prevalere di certe forze.

Si è al cospetto di due realtà politiche-amministrative, di cui si ha la percezione di entità sospese, che determinano o possono determinare una sorta di corto-circuito all’interno del nostro comprensorio, con il disperdersi di risorse e punti di forza.

Solo in tale maniera può trovare una spiegazione logica e razionale se due consorzi universitari, ubicati in altre realtà siciliane, riceveranno il contributo e il nostro ne verrà totalmente estromesso.

L’ex Provincia ha il record supremo, e per questo sarà ricordata, per aver inferto il colpo mortale all’Università. Da 2 anni altro non fa che il gioco dell’aspettare il cadavere del Consorzio che le passi vicino, con due precedenti gestioni commissariali d’altri tempi i cui effetti totalmente negativi sono evidenti sul nostro tessuto socio-economico e culturale.

Ora vi si aggiunge il piccolo capolavoro della Regione che sottostima la valenza del nostro consorzio universitario, scegliendo di non tutelarne la “dignità” rispetto agli altri due.

Qui tutto è possibile, soprattutto i passi indietro. Ma non si può retrocedere, semmai ci si dovrà rimettere in carreggiata  e recuperare. Per cui si rende necessario un “sodalizio di fine” tra i cinque parlamentari regionali del comprensorio, perché si possa trovare, da un lato, una soluzione-approdo per il Consorzio, estendendo anche ad esso il contributo regionale e, dall’altro, agire con piglio forte sulla ex Provincia, perché essa faccia il proprio reingresso nel consorzio, assumendosi tutti gli impegni e le responsabilità previsti dal vigente statuto consortile.

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