SUL CONSIGLIO COMUNALE DEL 30 APRILE 2015

 Due gli argomenti di importanza rilevante per la città discussi ieri in Consiglio Comunale, e precisamente, il bilancio consuntivo 2014 (compresi quelli delle Istituzioni Fiume ed Isproa), e la revoca della delibera del Consiglio stesso relativa alla decadenza del revisore dei conti, rag. Terranova Francesco, votata dalla sola maggioranza lo scorso 27 novembre.
Per quel che concerne il consuntivo 2014, i sette consiglieri di opposizione presenti in aula (il consigliere Assenza impegnato a Palermo in una difficile impresa di salvaguardia dell’aeroporto di Comiso non ha potuto perciò presenziare) hanno votato contro, con le motivazioni seguenti:
– innanzitutto perché non convincono molti escamotage di “fine ragioneria” con cui si sono fatti quadrare molti conti in bilancio. Né hanno convinto le spiegazioni dell’assessore al bilancio, che non poteva far altro che sostenere la veridicità della quadratura, che l’opposizione crede fermamente il risultato di un pesante ritocco, artatamente posto in atto per risolvere nell’immediato una incongruenza tra spese e entrate, che si risolverà presto in nuove “lacrime e sangue” per i cittadini.
– in secondo luogo perché l’indispensabile parere del Collegio dei Revisori del Comune al Conto Consuntivo 2014 è stato reso in maniera illegittima: in spregio all’art.  104, comma 2 del Regolamento di contabilità dell’Ente, dopo la decadenza o le dimissioni, insomma quando viene a mancare uno dei tre componenti del Collegio – e questo è il caso del nostro Ente, nel quale il terzo revisore manca dal 28 febbraio, quindi da più di 60 giorni – si deve improrogabilmente procedere alla sostituzione del terzo, in quanto ogni parere reso da un Collegio formato solo da due membri, se plausibile per questioni urgenti ma sempre entro i 30 giorni previsti dall’art. citato, diviene illegittimo dopo 60 giorni, e per di più in una materia tanto delicata come quella dei bilanci dell’Ente. L’opposizione si è espressa per queste ragioni, e mettendo in allarme l’intero consesso civico della illegittima procedura di cui ci si rendeva partecipi, con voto decisamente e motivatamente contrario.

La seconda delibera del Consiglio (quinto punto all’o.d.g. di ieri), e cioè quella relativa alla revoca della delibera del 26/27 novembre scorso, costituisce l’ennesima vergogna, risultato di una spudorata politica di gestione della Cosa Pubblica. La protesta allora messa in atto da noi Consiglieri di minoranza PDL e Comiso Vera, e cioè l’uscita dall’aula consiliare per sancire l’assoluta infondatezza delle ragioni di un procedimento studiato a tavolino per “far fuori” un Revisore dei Conti “scomodo”, seguita dalla occupazione della stessa Aula fino al pomeriggio successivo, per quanto definita “teatrale” da qualcuno che voleva sminuire e continuare ad imbavagliare la voce di chi dissente dal “pensiero unico”, si è rivelata giusta e fondata: non si poteva procedere alla dichiarazione di decadenza del Rag. Terranova senza prima dibattere ed entrare nel merito delle motivazioni che avrebbero soggiaciuto al provvedimento stesso. Ora, a distanza di ben cinque mesi, gli uffici si accorgono che quei “farneticamenti” degli otto consiglieri dell’opposizione erano tutt’altro che farneticanti e vorrebbero tentare di “mettere una pezza”, come se revocare la deliberazione di novembre cancellasse per incanto il reato di abuso di cui chi ha istruito, portato in aula e votato quel procedimento si è irrimediabilmente macchiato. Restare in Aula Consiliare ed esprimere un voto di qualsivoglia natura su questa revoca avrebbe significato avallare la legittimità di una procedura, che per noi si è configurata da subito come l’atto piratesco della più becera politica antidemocratica che mai la nostra città abbia visto compiersi nelle stanze del suo Palazzo Comunale: ecco perché siamo usciti dall’Aula; dimostrando così, in una maniera civile, forte e contemplata da ogni democrazia, di non volere essere complici dall’inizio alla fine di un atto illegittimo e privo di ogni fondamento.

 

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