“Sui passi di Bernadette”: un pomeriggio di lettura all’hospice oncologico del Maria Paternò Arezzo

Il progetto di lettura guidata promosso ieri pomeriggio, nell’hospice oncologico dell’ospedale Maria Paternò Arezzo, promosso dall’ufficio diocesano per la Pastorale della salute, ha riscosso un convincente successo. “Sui passi di Bernadette…”: è stato questo il titolo del racconto curato da don Giorgio Occhipinti, direttore dell’ufficio diocesano, che ha ripercorso la storia di Bernadette e della Madonna di Lourdes.

La storia di un amore, un amore tra l’essere umano e la fede, una storia senza tornaconti, una storia di preghiera e di umile devozione, una storia che, come ha spiegato don Occhipinti, nasce dalla povertà e porta alla luce. Insomma, un bellissimo pomeriggio quello di ieri con il primo incontro del 2020 de “La cura tra le pagine”. Un momento indimenticabile e di grandissima emozione, inoltre, quello dedicato a un paziente dell’hospice che ha ricevuto in dono una maglia importante, regalata con elegante rispetto e amorevole affetto dai componenti dell’associazione Portatori San Giorgio Martire “Don Peppino Firrincieli”.

“Le lacrime – sottolineano i componenti della consulta della Pastorale della salute – non siamo riusciti a trattenerle perché erano piene di gioia. E, come diciamo sempre, piene di vita. Ogni giorno ci nutriamo di vita”. “Mettersi in cammino con Bernadette Soubirous – ha chiarito don Occhipinti – significa immergersi in un’avventura umana e spirituale che ci porta idealmente sui luoghi autentici in cui ha vissuto. Con una semplicità disarmante, la piccola Bernadette ne è uscita maturata”.

La grotta di Massabielle era situata fuori dal paese, difficilmente raggiungibile perché ai piedi di uno strapiombo, lambita dall’impetuoso canale del mulino di Savy e pericolosamente vicina al fiume Gave. L’interno era quasi completamente ostruito da cumuli di ciottoli, fango ed acqua. Veniva allora chiamata “la tutte aux cochons”, la tana dei maiali, perché sembra lì andassero a pascolare i maiali di proprietà del comune. Era un posto malfamato e isolato, ma le bambine vogliono andare proprio lì, in un luogo che non appartiene a nessuno, perché nessuno possa accusarle di aver rubato qualcosa.

E proprio lì, la Vergine irrompe nella poverissima vita senza speranze di Bernadette, come Dio fa irruzione impetuosamente nelle vite degli uomini preannunciato da un soffio di vento, il soffio della vita. E proprio a lei appare la Signora. Le parlerà solo alla terza apparizione nel dialetto della Bigorre, l’unica lingua che Bernadette conosce, rivolgendosi a lei con il “voi” chiedendole: “Volete avere la compiacenza di venire qui per quindici giorni?”.

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