SUI LIMITI DELL’AMORE

“Il limite dell’amore è quello di avere sempre bisogno di un complice” (Pier Paolo Pasolini).

Cos’è una coppia?

A questa domanda, per nulla banale, risposero parecchi anni fa Lieta Harrison e M.G.Cancrini nel loro libro “Potere in amore”, definendola un animale a quattro zampe: lui; lei; il modello di coppia che ha lui e le sue aspettative; il modello di coppia che ha lei e le sue aspettative. Ovviamente a ciò si uniscono le tre aree fondamentali che fanno di una diade qualsiasi una coppia: l’area sociale, l’area emotiva e l’area sessuale. Impegno, complicità e fiducia sono quelle che poi caratterizzano la relazione di coppia funzionante.

Cosa può accadere alla coppia?

Le relazioni di coppia nel tempo e nello spazio possono anche richiedere sacrifici e atti eroici; ma se la manifestazione dell’ affetto e la banale quotidianità diventano sacrificio, l’unione allora diventa un peso, peso che alcuni scelgono di portare per tutta la vita, ma di cui altri invece si liberano, perché la coppia tanto più è prevedibile, descrivibile, obbediente tanto più è a rischio di malesseri, malumori, patologie.

Nella coppia in formazione può anche accadere che vi sia lotta per la definizione della relazione e dei ruoli; si hanno in questo caso sequenze e interazioni in escalation (litigi continui dove entrambi cercano “l’ultima parola”).

Quando invece la lotta è per impedire all’altro di definirsi e farsi definire, prevalgono sequenze di disconferma (non ti ascolto, ti ignoro, non ti prendo sul serio, cambio argomento).

L’escalation simmetrica è stancante, porta a volte alla violenza o alla separazione, all’incapacità di sopportarsi ma non è patologica e grave come la disconferma, poichè nella disconferma non si viene riconosciuti anzi, “visti”.

Cosa non rende funzionante una coppia?

Partenze sbagliate;

Svincoli non riusciti (sposarsi per andare via di casa);

Richieste non pertinenti (ad es. “dammi una identità sociale”: essere la moglie/il marito di…);

Relazioni pseudoterapeutiche (del tipo: io ti salverò/ti curerò; io senza di te muoio/mi uccido);

Matrimoni “riparatori”;

Eccessiva dipendenza o autonomia dalla coppia, poiché entrambe nei loro “eccessi” annullano o minacciano l’esistenza stessa della coppia.

Cosa rende una coppia funzionante?

Come già detto inizialmente, impegno, complicità, fiducia ma anche indipendenza. Essere indipendenti l’uno dall’altra è una condizione necessaria anche per una buona separazione. Coppie che hanno saputo trovare nella loro unione motivo e terreno di crescita reciproca, insieme ad un reale interesse sessuale, ad una complicità di fondo, a molta tenerezza, ad autentiche emozioni nel ritrovarsi, affiancate ad una assoluta indipendenza reciproca, sono coppie funzionanti e “sane” che hanno superato il circolo illusione-delusione-disillusione, rinunciando alla possibilità del “partner ideale e perfetto”. Esse sono anche coppie che rifuggono estenuanti discorsi sulla loro coppia, facendo prevalere il fare insieme piuttosto il come stiamo insieme.

Un ultimo breve rigo sull’innamoramento: ci si innamora delle relazioni e non delle persone, cioè dell’immagine che l’altro ci rimanda di noi e dell’immagine che a lui/lei rimandiamo. La capacità di sopportare “l’umanità” e la perdita dell’idealizzazione del proprio partner è il tassello centrale di ogni storia, quello che sta in mezzo e che permette di poter attaccare tutti gli altri “pezzi” intorno.

 

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