SUD AMERICA

Continente martoriato, colonizzato, sfruttato, oppresso, il Sud America è da sempre un enorme laboratorio per le pratiche più nefaste della civiltà occidentale: dai conquistadores spagnoli ai governi militari degli anni ’60 e ’70. Sconta l’eccessiva vicinanza con gli USA e insieme l’eccessiva lontananza dall’Europa.

Il canto epico di Inés, romanzo storico di Isabel Allende, riporta lo sguardo sulla grande promessa  che il Nuovo Mondo rappresentò per le genti del vecchio continente, apparso come terra di immense opportunità. Purtroppo presto negate da una storia di sopraffazioni e di violenze.

La scrittura avvolgente, sensuale della Allende riproduce la luce e le ombre, la tristezza e la passione di quei popoli senza rinunciare alla certezza documentaria delle fonti, debitamente citate dall’Autrice alla fine del libro.

Uno scorcio doloroso e appassionato della società brasiliana negli anni bui del regime militare è quello offerto dal meraviglioso Il bacio della donna ragno, di Hector Babenco. Storia sospesa fra il sogno e la realtà, raccontata con sapienza registica, interpretata  in maniera ineguagliabile da due grandi attori come William Hurt e Raul Julia, affronta il tema del rapporto difficile e controverso fra la dimensione privata e quella sociale e politica, tagliandolo sul registro dell’omosessualità.

Un omaggio geniale al continente latino-americano è quello di Stefano Bollani, ripreso in un live dello scorso anno in compagnia di Hamilton De Holanda, virtuoso del bandolim, sorta di ibrido fra un banjo e una chitarra. O que serà, che dà il titolo all’album, è forse il momento più alto del concerto, nel quale Bollani – che è da sempre un grande estimatore della musica brasiliana e latino-americana – sfoggia la sua enciclopedica cultura musicale, la sua strabiliante tecnica pianistica.  Ma anche il suo proverbiale humour da showman, quando cesella le battute finali di Guarda che luna con la voce roca che fa il verso di Fred Buscaglione. Una goduria!

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