STRUMENTO IMPORTANTE MA TARDIVO DELLO SVILUPPO URBANISTICO DELLA CITTA’

Il piano particolareggiato, strumento attuativo del piano regolatore e sua variante, è uno strumento tanto importante quanto tardivo per lo sviluppo urbano della città di Ragusa e del suo centro storico; sino ad oggi si sono innescate, per chiara volontà politica, dei procedimenti urbani ed economici che rendono questo strumento poco efficace, non per la qualità del piano stesso, quanto per le dinamiche economiche ed urbane che si sono perseguite in questi anni nel nostro territorio. Siamo stati abituati, colpa della zonizzazione dei nostri piani regolatori, a ragionare per zone omogenee di intervento e a non saper leggere e progettare la città nella sua unitarietà; centro storico, zone di espansione, periferie, aree artigianali, non sono aree che vivono di vita propria ma dovrebbero co-esistere simultaneamente attraverso una progettazione urbana ed economica che parta da un piano di massima e si sviluppi nelle sue specificità. La nascita di numerose unità abitative e di attività commerciali nella periferie della città  ha portato ad un allargamento della maglia urbana con conseguente spreco di risorse territoriali ed economiche; il centro storico di Ragusa, in particolar modo di Ragusa superire, ha fortemente risentito di questa politica urbana disordinata e priva di una logica progettuale. Il piano particolareggiato, redatto dall’ufficio tecnico comunale, è uno strumento molto complesso e difficilmente sintetizzabile, cercherò di soffermarmi sugli aspetti che ritengo maggiormente importanti e soggetti di miglioramento. Viene considerato “centro storico” e regolamentato nel piano particolareggiato, l’area ricadente nel perimetro della legge su Ibla, L.R.61/81, sino ad arrivare all’oratorio salesiano, abbracciando il quartiere dei cappuccini .Il piano prevede la regolamentazione degli interventi sul patrimonio edilizio esistente e la progettazione, attraverso interventi specifici, di spazzi comuni attraverso una nuova destinazione d’uso. Il tessuto urbano è stato mappato per tipologia edilizia: T1- Edilizia di base, T2- Palazzetto, T3- Palazzi, T4- Edilizia specialistica religiosa monumentale, T5- Edilizia specialistica civile monumentale, T6- Edilizia residenziale moderna, Ogni tipologia edilizia è soggetta a specifica modalità di intervento (manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro conservativo, ristrutturazione totale e parziale, opere interne, ecc…) regolamentate attraverso le norme tecniche di attuazione (tav. 33 e tav. 42). La possibilità di operare delle ristrutturazioni totali o parziali è molto importante per permettere agli edifici di adeguarsi a standard abitativi moderni; per alcune tipologie edilizie è possibile procedere ad accorpamenti e livellamenti in altezza seguendo i criteri i progettazione descritti nel piano. Se si considera che sino ad oggi le uniche operazioni possibili in centro storico erano il restauro, la manutenzione ordinaria e straordinaria, ci rendiamo subito conto dell’importanza di questo strumento urbanistico che regola e mette ordine a una situazione paralizzante e penalizzante per la riqualificazione del centro storico. Ritengo però che nel  piano particolareggiato vi sia un errore metodologico che sia quello di trattare il centro storico di Ragusa superiore allo stesso modo di quello di  Ragusa Ibla; non è infatti  pensabile che la demolizione e la ricostruzione,  previsti, ad esempio, per la tipologie T6 “edilizia residenziale moderna”, abbia la stessa valenza urbana nei due centri storici, a ibla trattasi di episodi isolati, in parte contestualizzati, e inglobati in un sistema urbano prevalentemente di qualità delle cortine esistenti, a Ragusa superiore, in particolar modo nella parte alta del Corso Italia,  codesta tipologia risulta essere fortemente presente sino a formare interi isolati. La tipologia T6 prevede, come categoria di intervento, la ristrutturazione edilizia totale che permette la demolizione e fedele ricostruzione dell’edificio senza modificare la sagoma, il volume e le aree di sedime, inoltre, l’intervento di ristrutturazione edilizia totale deve riguardare l’intera unità edilizia e non può essere associata ad interventi di ampliamento. Per le abitazioni denominate T6, collocate nella parte alta del centro storico di Ragusa superiore, dovrebbero essere previsti degli interventi di ampliamento che permettano di unire e rimodellare diverse unità edilizie, solo attraverso la rimodulazione di diverse unità, di scarsa valenza architettonica, si possono creare delle abitazioni che possano adeguarsi a standard abitativi moderni. Il piano particolareggiato non si occupa solo di normale la tipologia edilizia esistete ma,anche e soprattutto, di progettare la città attraverso interventi mirati. Gli interventi specifici e le norme tecniche di attuazione sono stati oggetto di emendamento delle forze politiche di maggioranza e di opposizione, molti degli emendamenti presentati avevano lo stesso contenuto e riprendevano, quasi fedelmente, le indicazioni riportare in un documento allegato al verbale della commissione centri storici redatto in concomitanza con l’approvazione del piano particolareggiato. Questo documento è stato redatto e sottoscritto da sei componenti della commissione, in rappresentanza di diverse forze politiche: arch. Elena Azzone (Idv), arch.Gesualba Orefice (Ragusa futura), arch.Carmelo Tumino (Sinistra e Libertà), Ing. Giuseppe Arezzo (Udc), Sig. Giuseppe Brugaletta (Udc) e Sig.Paolo Ucchino (Pd) Il documento sovra citato poneva particolare attenzione alla problematica delle espropriazioni, a nostro avviso assolutamente ingiustificate, e ad alcuni aspetti progettuali, come la realizzazione di alcuni sottopassi, la realizzazione di un ascensore nella sacrestia di San Giorgio, e del complesso commerciale sotto piazza della Libertà, assolutamente privi di logica progettuale e inadeguati alla esigenze della città. A conclusione di quanto detto esprimo forte rammarico sul mantenimento della circonvallazione San Leonardo, sulla totale mancanza di progettazione della vallata Santa Domenica, parco naturale urbano, insufficientemente valutato, e non calato nel piano, e per la mancanza di previsione di espropriazione della chiesa della bambina, monumento UNESCO, da sempre al centro di dibattito, ma mai efficacemente rivendicato; auspico, con cauta disillusione, che codesto piano possa, seriamente, e fortemente cambiare le sorti di un centro storico agonizzante, privato negli anni della sua identità di centro storico dei cittadini e per i cittadini e motore trainate dell’economia ragusana.

 

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