STRISCE BLU A RAGUSA

“Toccata e fuga”. Oppure, “una botta e via”. A quanto pare funziona così, a Ragusa, il sistema parcheggi sulle strisce blu.

Uno parcheggia l’auto, scende, va alla macchinetta a pagare il ticket (oppure va dal tabaccaio accanto a comprare le sigarette, tanto ci sono i 10 minuti di tolleranza), e al ritorno, 7 minuti dopo, trova la multa attaccata al parabrezza.

E ancora, se ci fosse l’ausiliario del traffico in zona si potrebbe contestare immediatamente l’accaduto (multa elevata alle 09:35, ritorno in auto alle ore 09:42). Invece no, dell’omino con giubbotto giallo fosforescente nessuna traccia.

Non resta che andare alla sede della TMP, la ditta che gestisce le strisce blu a Ragusa.

Lì, un ragazzo, gentile ma fermo, ci comunica che non c’è nulla da fare, che la multa si deve pagare perché non c’è modo di provare che si sia rimasti parcheggiati solo per 7 minuti.

“Avrebbe dovuto lasciare un biglietto con scritto l’orario di arrivo. Solo così poteva provare il tempo della sua sosta”.

Ah, ecco allora come funziona: uno parcheggia e lascia un pizzino sul cruscotto con scritto l’ora di arrivo che poi sostituirà con il ticket pagato.

Però se questo è il modo per aver riconosciuti i 10 minuti tecnici, sarebbe bene mettere dei cartelli per specificarlo. Perché non tutti hanno in macchina un foglio di carta e una penna.

Infine, oltre al danno la beffa. Se pensate che la multa si possa pagare presso la sede della TPM in via Tenente Lena vi sbagliate di grosso. Per farlo si deve andare in posta o presso la sede della polizia municipale. Al tempo delle “multine”, quanto meno, mettersi in regola era più facile, visto che si poteva pagare presso la sede del gestore.

Che si stesse meglio quando si stava peggio?

Meno Occhipinti

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