SOTTO OSSERVAZIONE!

Non avevo ancora metabolizzato la delusione per l’occasione mancata delle liberalizzazioni che hanno trattato con il guanto di velluto farmacisti e notai, ma soprattutto che hanno diluito all’interno delle corporazioni la ricchezza invece di trasferirla in termini di risparmio e maggior competitività ai cittadini (a che serve che ci siano 5000 farmacisti benestanti in più, era importante che liberalizzando i farmaci di fascia “C” si sarebbe abbassato il costo per i cittadini com’era avvenuta grazie alla liberalizzazione dei farmaci da banco!) e mi ritrovo dopo due settimane di contrattazioni sul mercato del lavoro e di esternazioni improvvide a chiedermi: ma questi dove vogliono andare a parare?

Sia chiaro che:

a) sono convinto che il governo Monti non aveva alternative e per il nostro Paese è stato l’ultima occasione per evitare il baratro in cui stavamo disinvoltamente e allegramente precipitando;

b)sono il primo ad essere consapevole che c’è bisogno di fare sacrifici e per questo per la prima volta nella mia vita lavorativa non ho aderito alla mezza giornata di sciopero indetta dai sindacati dopo la manovra.

Adesso osservo il comportamento del governo sul complesso problema del mercato del lavoro ed ecco di nuovo il governo infiammato dal decisionismo della prima ora (faremo la riforma anche senza l’accordo con le parti sociali): questo governo ruggisce coi i lavoratori e i pensionati e miagola con i farmacisti e i notai!

Ma non è tutto! Per convincere l’opinione pubblica dell’ineluttabilità di una riforma destinata a colpire per l’ennesima volta i lavoratori questo governo, che finora ha centellinato la comunicazione esterna, comincia ad esternare ….. ed è una vera catastrofe! Chi si laurea in ritardo è uno sfigato, il posto fisso è noioso, promettere un posto di lavoro fisso è regalare illusioni, i giovani Italiani vogliono il posto fisso vicino mamma ….  Salvo poi scoprire che “lor signori” hanno trascorso una vita ben garantita e quasi sempre lo stesso è accaduto ai loro figli, ovviamente per merito!

(Per evitare di andare fuori tema e di dire cose fuori dalla “grazia di Dio” ometto di inserire nel conteggio l’esternazione che candida Berlusconi alla presidenza della Repubblica)

Al di la delle frasi in se, che ovviamente tutti i vari ministri hanno corretto o ritirato ammettendo di essere stati “infelici”, non c’è dubbio che comunque queste esternazioni hanno evidenziato un modello culturale “borghese” che sembra abbastanza diffuso anzi abbondantemente condiviso nell’ambito del governo.

Non che mi facessi illusioni in merito, questo è un governo politicamente trasversale, ma culturalmente e socialmente omogeneo (professori universitari, altissimi dirigenti pubblici, grandi manager aziendali ….) e francamente si vede!

Un motto nella nostra lingua recita: U saziu nun cridi ‘o diunu (Chi è sazio non comprende chi è digiuno), e non esiste proverbio più calzante!

Per esempio: l’approccio al mercato del lavoro, come mai nonostante tutti i proclami iniziali, vede sempre come punto di partenza l’art. 18?

Non s’era detto che intanto si doveva riformare il sistema degli ammortizzatori sociali?

E non rileva ai fini dell’ingresso nel mercato del lavoro la preparazione che danno la scuola e l’università e per le quali questo governo ha praticamente avallato tutti i tagli del duo Gelmini-Tremonti, bloccando, tra l’altro, l’unico vero importante ascensore sociale che ha permesso nel dopoguerra la mobilità tra le classi sociali?

Possibile che l’unico problema che mina il sistema economico nazionale sia l’obbligo di reintegro quando viene attestato che il licenziamento era senza “giusta causa”?

Non costituisce un problema più grande la gelata sui consumi derivante dai salari di sussistenza dei giovani che si immettono nel mondo del lavoro, o la impossibilità di crearsi una famiglia o acquistare una casa che deriva dalle decine di contratti precarizzanti?

Posso essere d’accordo che non ci devono essere tabù, ma abbiamo già visto il film del congelamento delle pensioni e dell’allungamento della vita lavorativa con la promessa delle liberalizzazioni che poi non è stata rispettata, ora prima di permettere un ulteriore impoverimento dei lavoratori (e stavolta di un diritto) è doveroso che questo avvenga alla fine di un processo che prima veda riformare tutto il resto! 

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