Accordo tra Regione siciliana e privati convenzionati per cercare di ridurre le liste d’attesa in sanità. L’accordo prevede di distribuire le risorse del 2024 per potenziare l’offerta delle prestazioni ambulatoriali. COSA PREVEDE L’ACCORDO L’intesa prevede un totale di 310 milioni di euro da distribuire alle diverse branche e province, con un aumento di 12 milioni […]
SOLIDARIETA’ A CHI PROTESTA
19 Gen 2012 18:30
Il Consorzio Polocommerciale di Modica, nel manifestare la propria solidarietà a coloro che in questi giorni stanno manifestando a causa dei gravi problemi dell’economia reale del territorio siciliano, in queste ore cruciali non può più astenersi dal manifestare il proprio stato d’animo e la propria preoccupazione dinanzi al gravissimo danno che il ritardo delle istituzioni nella gestione di questa protesta sta causando anche alle proprie attività commerciali. Vogliamo che sia chiara la nostra vicinanza a chi sta protestando, e anche la comunanza delle difficoltà economiche che tutti in questo grave momento di crisi indistintamente attraversiamo: tutti sentimenti che abbiamo reso palesi martedì scorso, scegliendo di chiudere i nostri negozi e di scendere in strada con i manifestanti.
E tuttavia, dopo quattro giorni di una protesta che si è allargata a macchia d’olio in un’area che coincide esattamente con quella dei nostri negozi, i nostri operatori si trovano a dover fare i conti con un vero e proprio azzeramento degli incassi. Tutto ciò a causa del fatto che, a differenza di tutte le altre attività artigianali e commerciali che hanno potuto scegliere se chiudere o meno, a noi questa libertà di adesione alla protesta non è stata concessa: il Polocommerciale ha letteralmente subito la presenza del presidio, che è stato imprudentemente autorizzato – unico caso in provincia di Ragusa – in pieno centro urbano e in coincidenza con un’area nevralgica della città.
Rischiamo, in questo modo, che la protesta si trasformi in una guerra tra persone che vivono lo stesso disagio: i nostri imprenditori, al pari degli autotrasportatori, degli agricoltori e di tutti gli altri che non reggono più alle difficoltà della crisi. Le nostre scadenze con l’erario, con le banche, con i nostri dipendenti non sono in nulla dissimili dalle loro. Del danno economico che stiamo subendo anche noi, adesso, a chi dovremo presentare il conto? Noi ci troviamo in riunione permanente da giorni, per individuare delle soluzioni per i nostri operatori e a nome di tutti ci troviamo costretti a chiedere il riconoscimento di una sorta di “stato di calamità”: visto l’abbattimento del fatturato che stiamo registrando e che mette a repentaglio la stessa sopravvivenza delle nostre attività, questo non potrà che tradursi in moratorie bancarie e in molti casi cassa integrazione per i dipendenti. Chiediamo alla politica, alle istituzioni locali, regionali e nazionali, di comprendere che questa protesta, fatta in questo modo, non può durare un’ora di più: si affrettino, allora, ad ascoltare le istanze di chi sta protestando, a convocarli a tavoli che non si limitino ad essere interlocutori e dilatori, a individuare soluzioni che liberino la Sicilia dai rischi che corre se la manifestazione si protrae.
Chiediamo che già da domani si ponga fine a questi presidi e la situazione torni alla normalità, altrimenti rischierà di degenerare in termini di ordine pubblico – giacchè molte frange estreme si stanno già lasciando andare ad insopportabili intemperanze – e in termini economici per le nostre aziende, che non sapranno più nemmeno contare le perdite subite.
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