SOFFERENZE LORDE BANCARIE NELL’AREA IBLEA: AUMENTATE IN CINQUE ANNI DEL 222,4%

I dati delle banche italiane mostrano che la percentuale dei crediti deteriorati sui crediti in bonis è progressivamente cresciuta negli ultimi 5 anni (+ 27% all’anno) con la maggior parte dell’aumento attribuibile alle “sofferenze lorde” (crediti delle banche con elevata probabilità di perdita) che ammontano ad ottobre 2014 a 179 miliardi di euro in ascesa, rispetto all’ottobre 2013, del 21,7%, con un’incidenza sul totale degli impieghi di circa 9,5% (il valore più elevato dal 1998) e corrispondente al 40% del capitale e delle riserve bancarie e a circa 1,2 milioni di soggetti insolventi.

L’ 83% di questi debitori strozzati dalla crisi riguarda crediti sotto i 125mila euro.

Si tratta, dunque, di famiglie ed imprese, il cuore del tessuto produttivo e della domanda interna, ma qual è la situazione nell’area iblea?

Ad illustrarla è il Presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili per la circoscrizione del Tribunale di Ragusa, Daniele Manenti.

“Nella nostra provincia” – spiega il Presidente – “le sofferenze lorde a giugno 2014 ammontavano a 825 milioni di euro con un incremento rispetto al 30 giugno 2009 del 222,4%. Tutto ciò rispetto a un comparto produttivo che nella provincia, a settembre 2013, conta 30.193 aziende così distribuite: 9.221 in agricoltura (30,5%); 2.241 nell’industria (7,4%); 3.824 nelle costruzioni (12,7%); 14.182 nei servizi (47%); 725 altro (2,4%). Tra il settembre 2012 e il settembre 2013 il sistema Ragusa ha perso 540 aziende, e i settori maggiormente interessati da tale riduzione sono stati l’agricoltura e il settore delle costruzioni con una diminuzione rispettivamente di 457 aziende e di 81 aziende”.

Manenti sottolinea come “le banche, al fine di ridurre l’impatto delle perdite attese sui prestiti deteriorati, sono state obbligate ad accantonare in questi anni gran parte degli utili realizzati, e a rivedere le proprie politiche di affidamento. Le imprese dal canto loro hanno richiesto sempre di più un “finanziamento per la sopravvivenza” piuttosto che un “finanziamento per la crescita”. La mancanza di una domanda di investimenti è certamente uno dei motivi che ha spinto le banche a ridurre la disponibilità di credito”.

La soluzione della crisi creditizia, per l’Ordine dei Dottori Commercialisti dell’area iblea, deve avvenire anche dal lato delle imprese le quali dovrebbero cominciare a promuovere miglioramenti sostanziali sotto diversi profili: trasparenza di bilancio, gestione della finanza, crescita dimensionale e apertura del capitale, riduzione della dipendenza dal canale bancario.

“Saper interpretare come affrontare questo cambiamento” – conclude Manenti – “rappresenta per le imprese l’unica via per garantirsi la sopravvivenza in un mercato sempre più selettivo e complesso ma al contempo è anche compito delle banche fare in modo che le risorse messe a disposizione della Bce arrivino alle imprese e alle famiglie”.

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