SOCIALISMO DEL FUTURO

Il Convegno di Ragusa ha affrontato poi il tema della prospettiva politica che in tempo di crisi è doveroso indicare. E’stato chiesto al prof. Luciano Nicastro, filosofo e sociologo ragusano, di precisarla e approfondirla.

A suo dire:

“Il socialismo del passato aveva posto il suo cuore nell’Umanesimo,oggettivamente cristiano, ma gli aveva messo addosso un vestito di stampo fabrile confezionato  nel marxismo illuminista e positivista e gli aveva indicato la  militanza educativa e politica nell’ateismo comunista di Stato (marx-leninista e stalinista!). Quella teoria e questa pratica avevano concorso a dividere Dio dagli uomini e gli uomini da Dio, e nello stesso tempo gli uomini erano diventati  tra di loro come nemici in quanto credenti e non credenti. La fede politica era posta così contro la fede religiosa con la inevitabile incompatibilità teorica ed anche pratica. Fortunatamente ormai e’ passata tanta acqua sotto i ponti ed è spuntato un salutare nuovo corso culturale e politico,sanamente laico e non confessionale ed integrista . Sono crollati nel frattempo i muri delle ideologie e dei pregiudizi ma non si sono ancora del tutto disarmati i cuori e le menti. E’ arrivato  storicamente il momento di ripensare anche il socialismo e di ricostruirlo come l’ideale umano superiore capace di riunire l’anima con il corpo sofferente e bisognoso della umanità. Per questa svolta sarebbe necessaria una convergenza strategica tra credenti e non credenti,una reciproca laicità di valore e di posizione per rendere più umano, più ricco il mondo globale non solo materialmente ma anche socialmente e spiritualmente solidale in nome della fraternità come categoria spirituale e politica della relazione e della  distribuzione del bene comune universale. La proprietà umana è il bene comune universale come sintesi dei beni comuni primari  . La proprietà umana è così la categoria suprema e fondativa dei diritti della persona umana ad essere veramente uomo libero e ad avere una dignità relazionale e oggettiva che non può essere negata dal mancato accesso ai beni primari legittimi di condivisione civile. Essa non si fonda sullo Stato  cioè sull’organizzazione del potere burocratico ma sul bisogno umano originario del soggetto e dei soggetti.Senza la persona umana non ci sono beni comuni come diritti ma solo degli averi in comune come condizione storica. I beni comuni non sono statali o collettivi, ma un diritto originario di accesso di ogni persona umana al bene della societas,legittimo e riconosciuto nella Costituzione della Repubblica. Ogni uomo, infatti, per poter vivere ed esprimere la sua dignità ontologica di persona umana, costitutivamente libera e solidale,, ha bisogno di  una virtuale communitas come segno e sigillo della originaria civiltà della creazione e della universale vocazione comune ad essere un popolo di uno Stato democratico.

Il Socialismo del Futuro, per queste ragioni, non sarà  quindi la ripetizione ideologica e storica del comunismo dei beni collettivi ma l’esperienza di una ortoprassi umanistica della libertà solidale,il Socialismo bianco, che è capace di aut organizzarsi, produrre e riprodurre dal basso la dimensione integrale, personalista e comunitaria di un bene comune generale che non si fonda sullo Stato ma sulla persona umana. Per questo esso avrà un vestito laico più vero e più aperto, un ABITO utopico di ragionevolezza e di dialogicità tra credenti e non credenti, beni comuni preferibili e adeguati alla fraternità religiosa e civica di tutti gli uomini anche di quelli che  si dichiarano solo figli della Terra e non del Cielo. Il libro-saggio di Luciano Nicastro argomenta sulla genesi, l’evoluzione e la prospettiva di questa teoria politica che si ispira al socialismo utopico di E. Mounier e ne rende possibile la costruzione nel nostro tempo a partire dalla Cittadella della civiltà fraterna nelle tante città del nuovo mondo globale. Questa svolta presuppone un cambiamento profondo della forma dell’economia nel suo significato radicale e non solo nella sua evoluzione storica (i tipi di economia!). Essa non è solo produzione di ricchezza genericamente intesa ma partecipazione alle finalità della creazione originaria mediante lo sviluppo del bene con il concorso attivo e propositivo di ogni uomo e di ogni comunità. I luoghi dell’economia hanno un significato strutturale e sequenziale. Originariamente, all’atto della Creazione, c’è la concessione della proprietà umana come bene comune universale da parte di Dio. Essa diventa pertanto come luogo simbolico del dono primario di Dio la categoria fondamentale dell’economia e della politica oggettiva perché si fonda sul primo diritto naturale e storico della persona umana. La proprietà umana è invenzione e opera di Dio per la  felicità e il  bene di tutto l’uomo. E’ anche una libera risposta ad un comando trascendente ed è quindi eticamente ed ontologicamente essenziale. Nell’uomo produrre e riprodurre il bene è l’attività creativa tipica del lavoro che non è solo un mezzo per la ricchezza esterna ma attività tipicamente umana di collaborare, di essere e di avere un volto edun cuore ad immagine del suo Signore. La proprietà umana precede il lavoro, il lavoro precede e costruisce il senso del progresso e dello sviluppo di tutti,del prosssimo come confine della intersoggettività. In senso stretto l’intenzione originaria non è la ricchezza fine a se stessa come scopo dell’economia, ma la custodia e la vigilanza del quadro generale di bene (il paradiso!) al servizio di ogni uomo. L’economia quindi è al servizio del bene comune universale e i frutti non sono i depositi in banca, ma risposte funzionali ai bisogni fondamentali dell’uomo. Come ha precisato Zigmunt  Bauman, filosofo e sociologo polacco, il Capitalismo compassionevole è riuscito a rendere  compatibili gli spiriti guerrieri dell’individualismo di massa e della odierna affollata solitudine “solo” accentuando disuguaglianze e ingiustizie con la promessa di un altro paradiso, quello della ricchezza universale ad personam cum merito senza comunione né communitas. Convincimenti e nuove abitudini di vita e di comportamenti si sono storicamente aggiunti ai comportamenti della economia mercantile e si sono diffusi su scala globale. Anche l’agire di consumo è cambiato in relazione alle fasce di età e ai ceti sociali di riferimento. Il nuovo capitalismo finanziario e parassitario però da solo non potrà consentire strutturalmente alle nuove élites culturali di  eliminare la inevitabile spirale delle ingiustizie e la diffusione delle diseguaglianze economiche e sociali. Il Capitalismo odierno infatti è sempre più un fattore di crisi endemica e di mortalità del lavoro e dei beni comuni e finisce per distruggere le deboli premesse di una maggiore e crescente ricchezza universale. Il Conformismo del denaro modella i comportamenti di un’economia liquida e di un consumo perpetuo, svuotando la vita sociale  della sua molla interiore, spirituale ed antropologica, etica e politica. Z. Bauman ha affermato così che la Grande Crisi essendo di molto avanzata si è disseminata in profondità nei territori di confine. Essa è diventata generale e di sistema. A questo punto bisogna prendere atto della salutare lezione di questa recente storia  civile, economica e politica e incominciare a pensare, a partire dal basso, ad un nuovo socialismo umanistico “discontinuo ed inedito”, utopico e non più utopistico. Nuovo non solo nel volto umano più compassionevole, ma nelle istituzioni culturali e politiche di una democrazia fraterna più solida e corresponsabile. Rinascimento della persona sarà il socialismo del futuro che richiederà una permanente metanoia e paideia civile dei mondi vitali ai quali la società ha il dovere di chiedere una funzione di sostegno morale, quella di creare, attraverso la libera educazione, nuovi legami spirituali di convivenza concreta e piena di solidarietà democratica sino agli ultimi luoghi abitati. Una civiltà sta tramontando e un’altra sta sorgendo……..Come scriveva Mounier:. Lo Spirito” si è fatto operaio per ricostruire la sua Casa.

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