SNATER ALLO SCIOPERO DEL 27 GENNAIO CONTRO IL PROFESSORE

SNATER (sindacato nazionale autonomo telecomunicazioni e radiotelevisioni) appoggia e parteciperà allo sciopero generale del prossimo 27 gennaio per protestare contro la stringente amministrazione dell’attuale governo Monti. Contestualmente si muoverà un corteo a Roma. I motivi della protesta non lasciano dubbi. In ordine da comunicato. 
Primo fra tutti contro una riforma del mercato del lavoro che favorisce Confindustria, il mercato e le banche. 
Sfuggito all’attenzione dei sindacati confederali tutti, l’amministrazione tecnica ha varato venerdì scorso un decreto (Cresitalia) che blocca a tappeto, per tutti, i contratti tranne che per i dirigenti pubblici che non sopporteranno il blocco salariale. 
Nonostante i messaggi mediali di “lotta all’evasione”, un’ulteriore regalo agli evasori che si concretizza in uno sconto fiscale dal 70 al 90%; per legge nel decreto mille proroghe votato in Parlamento. 
La riforma degli ammortizzatori sociali, che dovrebbe attutire l’impatto di disoccupazione e fornire maggiore spazio e tempo per l’impiego, si trasformerà in una cassa integrazione ordinaria di 52 settimane (un anno) anche in caso di chiusura d’azienda. 
SNATER prevede per quest’anno l’aumento di ulteriori 300.000 disoccupati. Il Ministro Fornero, oggi, fa sapere che gli attuali 48 contratti precari e atipici non verranno riformati o aboliti ma solamente resi più cari; incentivando la stabilizzazione tramite la sola defiscalizzazione.  In ultimo nasce il contratto calibro su ciclo di vita che consentirà a tre anni dall’ingresso di essere licenziati senza fornire alcuna motivazione. 
Queste dettagliate informazioni tecniche sull’azione del governo, del tutto attendibili, vestono i panni di una comunicazione terrificante e terroristica.Tuttavia se è vero il fatto che il governo Monti si sta dimostrando fin troppo tecnico e troppo puntiglioso a rientrare negli standard europei di bilancio, è altrettanto vero che la colpa del dissesto, oltreché alla crisi, è imputabile alla cattiva gestione politica e amministrativa italiana degli appena trascorsi 20-30 anni che ha impedito di stare al passo con le necessità di globalizzazione e di comunità (europea). In tutti i campi; primo fra tutti su quello riguardante il mercato del lavoro. 
Presa coscienza di ciò, é assolutamente giusto protestare per un governo che deve incentivare la crescita, a tutti i livelli, investendo nella formazione e nelle opportunità di lavoro invece che colpire e tassare i soliti noti senza coinvolgere i soliti “privilegiati” più o meno noti. 
Anche se bravi professori di economia, non è possibile risolvere solamente a numeri un problema che è prima di tutto politico.

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