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SITUAZIONE DOPOSCUOLISTI A MODICA, INTERROGAZIONE DEL PD CON IVANA CASTELLO
17 Ott 2016 08:57
Riceviamo e pubblichiamo l’interrogazione del gruppo del Pd al Comune di Modica sulla situazione dei doposcuolisti. Si chiedono precisi interventi da parte dell’Amministrazione comunale.
Ecco il testo: “Situazione doposcuolisti: interrogazione. Capisco, caro sindaco, che lei deve ancora decidere e ha il piacere di decidere: ma decida almeno nelle materie di sua competenza. La materia dei doposcuolisti non è nelle sue competenze; ricorderà che si chiama «Assistenza scolastica» e che, sino all’altr’ieri, era un compito importante dello Stato, al punto che i padri costituenti la posero tra le evidenze dell’articolo 117 della Carta costituzionale. Gliene riporto il testo: «La regione emana per le seguenti materie norme legislative nei limiti dei principi fondamentali stabiliti dalle leggi dello Stato (…):
ordinamento degli uffici e degli enti amministrativi dipendenti dalle regioni;
circoscrizioni comunali;
polizia locale, urbana e rurale;
istruzione artigiana e professionale e assistenza scolastica;
Al terzo comma dell’articolo 118, poi, si dispose che l’attuazione di talune funzioni, tra cui la nostra, può essere delegata (dalla Regione) ai comuni:
«La regione esercita normalmente le sue funzioni amministrative delegandole alle province, ai comuni o ad altri enti locali, o valendosi dei loro uffici.»
Gli obiettivi del servizio e come affrontarne i costi, ovviamente, sono fissati dal legislatore. Lei, caro sindaco, può stabilire l’orario in cui svolgerlo, ma nell’assoluto rispetto delle leggi e del contratto nazionale di lavoro: il che significa che non può stabilirlo; le discipline stesse non può dirle lei; se il servizio sia a domanda individuale non spetta a lei deciderlo: a parte che il Comune dovrebbe averlo appreso, non deciso, negli anni immediatamente a ridosso del 1979 (quando ha ricevuto la delega ad attuarlo) e, comunque, interrogando, con la necessaria competenza, il legislatore. Ho capito dalla sua lettera diretta ai presidi, che intende incidere su almeno cinque aspetti essenziali del servizio. Ora io penso che questo sia possibile, ma solo a condizione che glielo permetta il legislatore. Si ponga anche nell’ottica di un cittadino che, in qualche modo, ha interesse a ricevere il servizio.
Tutto ciò è inequivocabile e le chiedo scusa se mi ripeto: gli elementi essenziali del servizio sono stabiliti dallo Stato e il Comune, in quanto delegato (dalla Regione o dallo Stato: è indifferente), li attua senza mutarne la natura. Consegue che lei non può cambiarne le materie, non può rendere il servizio a pagamento e, sopratutto, non può sopprimerlo. L’assistenza scolastica non le appartiene. In Italia ci sono leggi per tutti. Anche per i sindaci. Le pongo, dunque, alcuni quesiti a cui vorrà rispondere in Consiglio comunale:
– ha dichiarato («La Sicilia» di domenica 16 ottobre) di aver soppresso il servizio mediante deliberazione di giunta. Le domando: poteva sopprimerlo? E se sì, qual è la legge che glielo permette?
– ha deciso di restringere le materie d’insegnamento. Poteva farlo? E se sì, in base a quale legge lo ha fatto?
– nell’anzidetto medesimo articolo, si domanda se l’assistenza scolastica sia un servizio a domanda individuale. Perché non se l’è chiesto prima e ha remorato per quattro dei suoi cinque anni di sindacatura? Non ritiene di aver prodotto, così facendo, un danno economico al Comune di Modica? Ciò, ovviamente, ammesso e non concesso che abbia ragione;
– qual è il tipo di servizio che ritiene di offrire ai cittadini con l’assistenza scolastica? A quale legge attinge la sua risposta?
Vorrei dirle che la politica è attività delicatissima che va svolta tenendo conto dei contesti istituzionali, legislativi e sociali, in cui viviamo. Se chi governa ignora questi contesti rischia che qualunque decisione confligga coi valori dello Stato, gli interessi del popolo e i meccanismi di governo. Ad majora”.
Ivana Castello
a nome del Gruppo consiliare del PD
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