SIMONE VENTURA PITTORE IBLEO DEL SETTECENTO

Presso la biblioteca comunale di Chiaramonte Gulfi si è svolta ieri la conferenza in occasione della presentazione del saggio pubblicato dal Prof. Giuseppe  Cultrera su un pittore del 700. “Simone Ventura è un pittore  contemporaneo di Carmelo Battaglia, impara l’arte pittorica presso le botteghe palermitane-racconta il Prof  Cultrera autore del saggio- Si contano più di 45 opere sparse in tutto il territorio della provincia e non solo. Gli ultimi documenti ci dicono che lavorò per un opera a Chiaramonte nel lontano 1762”.  “Sono contento nel vedere che la sovraintendenza ha dedicato una finestra, in occasione della settimana dell’arte, al comune di Chiaramonte Gulfi- così ringrazia il sindaco Giuseppe Nicastro- questo ci permette di celebrare chi ha fatto e ha contribuito alla Storia di Chiaramonte”. “Sono stata entusiasta nel sapere che si stava scrivendo un  saggio su Simone Ventura- così racconta la dott.ssa Melina Prestipino, il direttore della sezione beni bibliografici e archivistici- Questo permetterà una riqualificazione delle opere pittoriche dell’artista del 700. Si avrà l’opportunità di conoscere le sue opere sia  con  supporto fotografico sai  con  visite guidate nella chiesa Madre dove sono conservati  tre dipinti.” La direttrice sottolinea come tutto ciò non deve essere solamente legato ad un unico periodo, come la settimana della cultura, ma ad una serie di attività  così da poter valorizzare  e poter ricostruire il passato “Siamo qua per tramandare al futuro…”. Presente all’evento anche Giorgio Flaccavento studioso che a partire dal 1970 iniziò ad occuparsi della pittura Iblea. “Chiaramonte  Gulfi è una terra di pittori -dice il prof. Paolo Nifosì, storico dell’arte- basti pensare ai pittori  Ventura, Distefano per proseguire con l’incisore Puccio”. Dopo un excursus storico sulle influenze che la pittura del 700 ha risentito dagli artisti  romani e palermitani, come il Danna e Sozzi. “Questo paese è  consapevole della ricchezza storico culturale del suo territorio, basti pensare a  Padre Samuele Nicosia e al  Barone Melfi che si occuparono della storia. – continua il Prof. Nifosì-  Le opere del Ventura presentano una formulazione leggera, basti vedere come tratta le vesti dando una scioltezza dinamica. Caratteristico l’uso del bianco per dare colpi di luce”. Di Simone Ventura, oltre ai quadri conservati in  chiesa Madre, troviamo una sua tela applicata alla volta del padiglione nella chiesa della  Madonna di Gulfi che rappresenta  La Gloria di Maria. Troviamo  altri dipinti presso la chiesa di S.  Vito,  nella chiesa di S. Giuseppe  il dipinto di  San Francesco di Paola,nel convento dei frati francescani abbiamo un dipinto su tavola del 1727 con  l’immagine di San Francesco d’Assisi. Un’ opera che  caratterizzava il suo stile è la capacità di rappresentare le cupole illusorie, visibile presso la chiesa di S. Giacomo a Ragusa . Durante la conferenza ha preso parte la prof.ssa Francesca Grìngeri Pantano che ha fatto una scoperta interessante. Presso la chiesa Madre di Avola è stata rinvenuta su tavola un dipinto attribuibile a Simone Ventura che era andato disperso nel 1960 in occasione della distruzione del tiburio per essere sostituito con una cupola. Oggi è stato ricostruito il tiburio ma l’architetto non ha voluto reinserire il dipinto del Ventura. (Elisa Ragusa)

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