Sicilia: Lombardo quater, ribaltone o qualcosa di nuovo?

Il governo quater annunciato da Lombardo, nella sua composizione spregiudicata e di rottura con parte delle forze politiche che lo hanno sostenuto in campagna elettorale, secondo i canoni dell’ortodossia, lascia tanti di noi “spiazzati”. Questa nuova giunta è frutto di un pragmatismo spinto, di un tenace attaccamento alle poltrone, o un embrione di nuova politica? Base di sostegno per questo governo “tecnico”sono le proposte di grandi cambiamenti e che le forze politiche a sostegno sono quelle in rotta di collisione con il presidente del consiglio.

I grandi partiti che hanno fatto la storia politica dell’ultimo mezzo secolo in Italia, e non solo, stanno vivendo una crisi profonda, non rappresentano più, come per il passato, gli interessi delle grandi masse. Che cosa è cambiato? La globalizzazione della società postindustriale ha sostituito la famiglia patriarcale lasciando individui sempre più soli, con paure, incertezze e fragilità; nuovi partiti e movimenti hanno intercettato questo cambiamento, e su questo disagio costruito rapidamente le proprie fortune.

Gli italiani, come spesso accade in periodi critici, preferiscono dimettersi da cittadini e affidare il proprio destino a una figura pseudo paterna, che guarda caso, spunta ciclicamente nella nostra storia, il tutto a danno di democrazia, giustizia sociale, meritocrazia, ecc. I partiti tradizionali, con percorsi storici e antitetici alle spalle, arrancano in questo nuovo scenario, e, stranamente, oggi si incontrano nell’esigenza di democrazia, legalità, trasparenza, risposta alle attese della società. La grave crisi economica ha avuto per l’Italia effetti disastrosi, e per la Sicilia l’immanenza di una storica staticità.

Lo sperpero delle risorse pubbliche in un perdurare di clientele, gli intrecci tra politica e malaffare, sono i mali endemici che in Sicilia hanno bloccato qualsiasi sviluppo. I nostri giovani e le risorse migliori lasciano l’isola, in una consapevolezza amara che questa è la terra in cui tutto cambia per non cambiare niente. Sarà sempre così? Quest’ultimo atto politico apre, comunque, uno scenario inedito.  Lo diranno i fatti, se questo tipo di alleanze avrà un futuro. 

La politica dei partiti deve cambiare ottica, ripensare il proprio ruolo in una società dinamica, multietnica, fatta di individui con bisogni ed esigenze trasversali, in cui le classi sociali di appartenenza, non costituiscono più bacini clientelari monolitici cui attingere voti. Non mi scandalizzerei più di tanto se in questo scenario insolito a guadagnarci sarebbero la legalità e lo sviluppo dell’isola. Staremo a vedere, se quest’autonomia avrà la forza di difendere, anche a Roma, le attese giuste e secolari dei siciliani, o sarà l’ennesima beffa. (Franca Iurato)

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