SI RISCHIANO ALTRI SQUILIBRI FINANZIARI CON I CANONI IDRICI

Il Consigliere Comunale Giorgio Aprile chiede all’amministrazione competente se le notizie apprese dagli organi di stampa sono veritiere in merito al periodo di interdizione all’utilizzo dell’acqua a scopi potabili. Quando saranno ultimati i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria per l’acquedotto comunale, dei pozzi e delle sorgenti, ed i tanto attesi lavori di adeguamento dei locali degli impianti di clorazione e quali adempimenti l’Amministrazione intende adottare in ordine ad siffatto quadro normativo che potrebbe comportare squilibri finanziari. Qui di seguito l’interrogazione fatta da Giorgio Aprile: ”Apprendo da rilanci di stampa, dagli interventi del segretario provinciale dell’Isa Iabichella, del segretario cittadino di IPS Scifo, del consigliere provinciale Failla, che in Città l’acqua erogata non è stata potabile giuste ordinanze sindacali. Un fatto che se confermato andrebbe tutto  a scapito dei cittadini che avrebbero pagato l’annualità della tassa. Atteso che l’assenza del requisito della potabilità , è di fatto un  inadempimento contrattuale per il quale la legge prevede la riduzione del 50% del canone. Considerato che da novembre 2008 ad oggi i serbatoi dell’acqua potabile comunali sono stati oggetto di ordinanze di divieto d’uso di acqua a fini potabili, emanate ai fini cautelativi dal Sindaco di Modica. Rilevato come  non avendo l’acqua pertanto il requisito della potabilità vi è un inadempimento contrattuale sanzionato dal D.P.R. n. 236 del 24/05/1988 che da’ attuazione alla Direttiva C.E.E. n. 80/778 concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano, ai sensi dell’art. 15 della Legge n. 183 del 16.04.1987. In detto decreto sono indicati i requisiti di potabilità dell’acqua. Detto provvedimento è applicabile in quanto non derogato dal D.L. n. 66/89. Da ciò discende l’applicabilità al caso di specie dell’art. 13 del provvedimento C.I.P.E n. 26/95 che prevede la riduzione del 50% del canone. Paventato ,oltre tutto il rischio che, l’ acqua priva del requisito della potabilità ,infatti, oltre ad essere  causa di inadempimento per la P.A.,  dà diritto al risarcimento del danno ,qualora si provi il danno patrimoniale sofferto , dando al giudice il potere discrezionale di liquidare il danno, in via equitativa – risarcimento del danno alla salute come danno biologico- e quindi un danno economico incalcolabile per l’ente.”

 

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