È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
SFIGMO E FONENDO di Alessandro Tumino
13 Dic 2010 21:06
L’88,2% dei Medici Italiani si sente oggi più a rischio di denuncia che rispetto al passato e ciò determina un sempre più diffuso ricorso alla Medicina Difensiva (prescrizioni fatte esclusivamente nel timore di una denuncia) cui ricorrono tra il 50 ed il 75% dei Medici. E’ il risultato di uno studio effettuato a livello Nazionale dall’Ordine dei Medici di Roma il cui Presidente, Mario Falconi, dichiara che il fenomeno è solo in minima parte addebitabile ai Medici in quanto ha origine da vari fattori ambientali che mettono pressione ai camici bianchi; il fenomeno è accentuato soprattutto tra i Medici Ospedalieri (chirurghi, ginecologi, ortopedici, medici d’urgenza) e prevale al Sud e nelle Isole.
La Medicina difensiva ha una incidenza sulla spesa del Sistema Sanitario pari al 10,5% con una prevalenza dei ricoveri e con un totale stimabile dai 5 ai 19 Miliardi di Euro (Salvo Calì Segretario Nazionale dello SMI, Sindacato Medici Italiani) sui circa 100 Miliardi di Euro della Spesa complessiva.
Falconi ribadisce che la Medicina difensiva sottrae così ingenti risorse al SSN, che potrebbero essere meglio utilizzate e sono evidenti i ritardi della Politica che stenta a dare gli strumenti corretti per rispondere in maniera adeguata ai nuovi bisogni della Società.
L’indagine evidenzia altri fattori che incidono sulle scelte difensive e cioè il clima che esiste nell’opinione pubblica sui medici, eventuali iniziative della Magistratura, la pressione per analoghe esperienze vissute dai colleghi, le sanzioni comminate dalle strutture di appartenenza, la paura di rovinarsi la carriera, la paura di perdere i pazienti e di finire sui giornali.
Il Presidente Falconi sostiene che per arginare il fenomeno è necessario agire su più fronti garantendo una informazione dei media più corretta e toni meno esasperati e favorire il ricorso alla Conciliazione, migliorare la formazione degli studenti in Medicina con una maggiore attenzione al rapporto Medico-Paziente, rendere gli orari di servizio e le condizioni di lavoro meno stressanti, utilizzare criteri meritocratici per valutare la professionalità dei Medici.
Insomma la malattia è multifattoriale e quindi è necessaria una politerapia, conclude Falconi.
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