È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
SETTE IN CONDOTTA: CLAVA PORTENTOSA PER INSEGNANTI GRACILI
20 Mar 2017 17:25
Sette in condotta. Chi ha sette in condotta verrà bocciato. Roba da ridere, ragazzi. “Ridiamo autorità ai docenti – dice il ministro Gelmini – da troppi anni si sentono vessati e non hanno mezzi per farsi rispettare in classe“. Come dotare i poliziotti di pistole ad acqua! Il timore della bocciatura col sette in condotta ha, in teoria, potere solo sugli alunni meritevoli nel profitto ma indisciplinati, i somari andrebbero bocciati anche col dieci in condotta, ma nessuno osa farlo in quanto sono attorno al 50% e tagliarli significa perdere posti di lavoro. Così gli insegnanti vivono una doppia impotenza: non riescono né ad interessare né a tagliare i giovani. È pesante!
Credo che il ministro sia consapevole di questo e, non trovando un qualche rimedio, si comporta come quella mamma che al figlio gracile andava promettendo una portentosa clava.
Marcello D’Orta, lo scrittore napoletano, autore del best seller della Mondadori, Io speriamo che me la cavo, affrontando questi argomenti, invita a fare una riflessione: “Questa serie di provvedimenti, come il voto di condotta, il ritorno al grembiule, l’educazione civica, manco a farlo apposta, arrivano 40 anni dopo il ’68. Il ministro, invece di festeggiare il ’68 gli sta facendo la festa. Da allora sono cominciati tutti i guai della scuola. E a distanza c’é qualcuno che sta dando dei colpi abbastanza forti a quella filosofia che ha provocato questi problemi“.
Sarebbe bene invece che col ’68 si facessero i conti. Più che con certe filosofie che allora nacquero e di cui nessuno oggi ha memoria quanto con quella realtà nuova ed inedita scaturita dalla riforma della scuola media del 1962: il 100% dei giovani va a scuola fino a diciotto anni. La sfida è: come impegnare TUTTI i giovani in attività che riscuotano il loro interesse ovvero come evitare che la scuola sia percepita come gabbia. Difficile! Il ministro non se la sente di affrontare la sfida e promette ai gracili insegnanti la portentosa clava della bocciatura col sette in condotta.
Da intellettuale senza alcun potere ritengo che la realtà inedita andrebbe affrontata in modo inedito pensando ad una articolazione della scuola in tre distinti ambiti.
Scuola di base fino a 14 anni finalizzata alla educazione emotiva e all’amore per la cultura riempita, in pari misura, da fruizioni di opere d’ogni genere e da espressioni di creatività opportunamente stimolate, guidate, arricchite, con assoluta abolizione di interrogazioni e voti pur mantenendo valutazione ed orientamento e con l’adozione di metodologie inedite quali, per esempio, quelle del cosiddetto Teatro sociale.
Scuola secondaria composta da due parti di pari misura: una prosieguo della scuola di base con gli stessi contenuti e metodologie e l’altra, finalizzata alla formazione delle professionalità, fortemente selettiva in ossequio al principio che la società necessita di operatori e professionisti competenti.
Scuola permanente fatta di corsi e laboratori liberi tenuti da liberi docenti su tematiche e discipline varie per giovani di tutte le età.
Ragusa, 3 agosto 2008
Ciccio Schembari
Pubblicato sul numero 37 / 2008 “Spettacolarte” della rivista on line www.operaincerta.it
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