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SEMINARIO A ROMA SUL GAS AZERBAIGIANO
03 Ott 2013 15:13
La settimana scorsa, giovedì 26 settembre, a Roma, si è tenuto presso la Residenza di Ripetta un seminario promosso dall’Istituto Affari Internazionali, Iai, sul tema: “Azerbaijani gas arrives in Italy: what future for the European energy security?”. All’evento hanno partecipato il Presidente dell’Istituto, Ferdinando Nelli Feroci; il Viceministro degli Affari Esteri, Marta Dassù; l’Ambasciatore dell’Azerbaijan in Italia, Vaqif Sadiqov; l’Ambasciatore della Georgia in Italia Karlo Sikharulidze; l’Ambasciatore della Turchia in Italia Hakkı Akil; l’Ambasciatore della Grecia in Italia Themistoklis Demiris; l’Ambasciatore dell’Albania in Italia, Neritan Ceka; il Country Manager della società Trans Adriatic Pipeline, Giampaolo Russo e il Senior Advisor dell’Ufficio Usa per l’Energia Eurasiatica, Daniel Stein. Moderatrice Nona Mikhelidze.
Il tema dell’incontro verteva sulle reti di pipeline fra Azerbaigian ed Europa, con particolare riferimento all’Italia e alla realizzazione del cosiddetto Tap o Trans Adriatic Pipeline, il progetto di gasdotto sottoscritto dalla Compagnia Statale Petrolifera Azerbaigiana per l’avvio del gas azerbaigiano sul mercato europeo. Un evento che conferma anche la notizia diffusa secondo cui il progetto in questione rappresenta il principale rivale in loco di Nabucco West.
Un progetto nei confronti del quale l’Azerbaigian in generale mostra la sua soddisfazione, vista soprattutto la maggior brevità del Tap, di 450 km. rispetto al progetto Nabucco e la conseguente funzionalità dal punto di vista economico. Infatti, in proporzione a Nabucco West, le spese di costruzione delle cinture saranno notevolmente inferiori. L’Azerbaijan, inoltre, potrà commercializzare direttamente il proprio gas naturale col mercato europeo, negoziandone i prezzi sul mercato mondiale. Questo significa l’apertura di un nuovo ed ampio mercato per l’Azerbaigian, l’eliminazione della dipendenza dal mercato russo e il raggiungimento dell’obiettivo principale di Baku nell’esportazione di gas naturale.
Il Viceministro degli esteri, Marta Dassù, aprendo i lavori del seminario, dopo il discorso introduttivo da parte del Presidente dell’Istituto, Ferdinando Nelli Feroci, ha spiegato che il gasdotto, Trans Adriatic Pipeline, permetterà all’Italia di differenziare le sue fonti di approvvigionamento ”riducendo le tariffe che è costretta a pagare per l’energia che sono tra le più alte del mondo”. ”L’Italia deve ridurre i prezzi sostenuti per l’energia ed il Tap consente di fare questo, soprattutto perché non credo ci sarà in Europa la possibilità di sviluppare shale gas come negli Usa”.
Il Viceministro ha quindi rammentato gli elementi che hanno portato alla scelta del progetto Tap per trasportare il gas azero in Europa: ”innanzitutto la risoluzione di Baku a commercializzare il proprio gas con l’Europa, una conditio sine qua non che non era del tutto scontata”. ”In secondo luogo, la determinazione da parte della Commissione Ue di variegare le fonti di approvvigionamento, l’atteggiamento positivo da parte di Usa e Russia, la risoluzione del governo italiano a trasportare il gas azero nel Paese e infine la sentita cooperazione da parte dei Paesi coinvolti nel progetto”.
Anche l’Ambasciatore azerbaigiano Vaqif Sadiqov ha evidenziato questo punto, specificando che: ”quella che ha portato alla scelta del Tap non è stata una decisione agevole ”. ”E che non sono mancati gli ostacoli fino al momento in cui il Consorzio Shah Deniz non aveva preso una decisione”. Inoltre, con evidente riferimento all’annoso conflitto del Nagorno-Karabakh che occupa il venti per cento del territorio del Paese caucasico, ha aggiunto: ”auspichiamo che l’Unione Europea continui a sostenere il progetto”, nella consapevolezza che ”il prezzo dei conflitti irrisolti si rivelerebbe molto alto per la Ue, da cui la necessità di un atteggiamento maggiormente attivo da parte dell’Europa nella nostra regione”[1].
Il consigliere del Dipartimento di Stato Usa, Daniel Stein, ha altresì dichiarato che il Tap ”risolverebbe parzialmente i problemi dell’Europa, tant’è che nel 2018 rappresenterà il 2% dei consumi europei”. Ma, ha aggiunto, bisogna considerare anche l’effetto annuncio: ”Il rigassificatore da 22 miliardi di metri cubi l’anno, deciso in Usa nel 2011 e che sarà pronto nel 2015, ha già cambiato le aspettative di prezzo, un ruolo che potrà essere assunto dal Tap”[2].
Anche l’Ambasciatore turco Hakkı Akil, da parte sua, ha rilevato che ”non si passerà dal giorno alla notte ma l’indipendenza degli Stati Uniti dal Gnl importato ha creato una sovraccapacità anche in Europa e un forte calo dei prezzi spot che ha spinto tutte le compagnie a rinegoziare i contratti di lungo termine con Gazprom”.
L’Ambasciatore della Karlo Sikharulidze, assieme a quello di Grecia Themistoklis Demiris e di Albania, Neritan Ceka, hanno puntualizzato l’importanza strategica dei loro Paesi rispetto al progetto.
Un giornata di studi importante quindi al fine di avere un’idea sul futuro dell’approvvigionamento energetico del nostro Paese.
[1] http://www.ilmondo.it/finanza/2013-09-26/gas-dassu-tap-italia-diversifica-fonti-riduce-prezzi_330280.shtml
[2] http://www.ilmondo.it/finanza/2013-09-26/gas-dassu-tap-italia-diversifica-fonti-riduce-prezzi_330280.shtml
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