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SEGRETO DI STATO?
01 Mag 2014 14:51
No, segreto di Pulcinella. Qualche giorno fa il Presidente del Consiglio ha annunciato con molta enfasi che avrebbe cancellato il segreto di Stato sulle così dette “stragi di Stato”. I “fatti sanguinosi” di Ustica, Peteano, treno Italicus, Piazza Fontana, Piazza della Loggia, Gioia Tauro, stazione di Bologna e rapido 904 non saranno più coperti dal segreto di Stato, ha detto.
Ma è vero? Gli ha subito risposto Beppe Grillo il quale ha spiegato che nessun segreto di Stato e’ stato cancellato perché’ nessun segreto di Stato e’ mai esistito.
Ma allora chi ha ragione? Vediamo in breve come stanno le cose.
La trasparenza sugli atti amministrativi è attualmente regolata dalla legge 241/1990 che ha riformato il rapporto tra “segreto” e trasparenza. Fino ad allora tutti gli atti della pubblica amministrazione erano segreti, tranne quelli per cui era prevista la pubblicità. Dal 1990 tutti gli atti sono accessibili, tranne quelli per cui è stabilito il “segreto”: segreto di Stato , di ufficio, ecc.
Naturalmente gli atti sono accessibili a chi ha un interesse giuridicamente rilevante, perché, in caso contrario, prevale il diritto alla riservatezza personale dei contro interessati.
Come avviene in concreto questa tutela? Gli atti amministrativi sono conservati dalle Amministrazioni che le hanno prodotte per almeno 40 anni. In questo periodo chi ha un interesse giuridico può chiedere l’accesso e ottenerlo. Non basta una semplice curiosità. Dopo quaranta anni gli atti vengono versati all’Archivio di Stato e qui l’accesso è permesso a tutti: storici, giornalisti, curiosi semplici cittadini. La differenza nella diversità di trattamento sta nel fatto che dopo 40 anni si presume venuto meno l’interesse alla riservatezza dei contro interessati.
La cancellazione del segreto, da parte del Presidente del Consiglio, consiste nell’ordine di trasmissione all’Archivio di Stato di tutte le carte relative alle stragi, anche se di periodo inferiore ai 40 anni.
Ma su quelle carte non era mai stato posto il segreto di Stato e i magistrati le avevano potuto sempre acquisire agli atti di processo.
E allora dove sta l’inghippo? Quello che non si dice è che se esiste il dubbio che in quelle stragi ci sia stato lo zampino dei servizi segreti, nazionali o stranieri, questi non sono soliti agire per provvedimenti scritti, protocollati e conservati in attesa di essere pubblicati nel tempo. Agiscono e basta. E allora Renzi, se è così bravo, faccia parlare chi conosce tali segreti.
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