Scuola, è polemica sul concorso per le scuole medie. Domande assurde, ingannevoli, puro nozionismo

Il concorso per insegnanti per le scuole secondarie? Assurdo. E’ questa la protesta di molti aspiranti docenti ordinari che lamentano in queste ore il test, considerando anche il fatto che alla prova sono stati respinti oltre il 90% degli apiranti. Tutti ignoranti? O forse il test aveva qualcosa che non andava?

Secondo molti docenti il test a risposta multipla, che comprendeva circa 50 quesiti da risolvere in 100 minuti, era costituito da domande trabocchetto, ostiche, ingannevoli.

Per quanto riguarda le classi di concorso (come la A22, storia, geografia e italiano) che hanno già svolto la prova, si registra oltre il 90% di respinti con meno del 10%, in molti casi, di ammessi all’orale. Nove candidati su dieci non ce la fanno.

Al Fatto Quotidiano, è stato raccontato il caso di uno scritto di Eugenio Montale. La domanda chiedeva a quale opera appartenesse. Le opzioni erano: un articolo sul Corriere della Sera, due discorsi (uno per il Nobel e un altro relativo ad un differente premio) e poi un’opera. La risposta esatta era il discorso per il Nobel che tuttavia non è un’opera.

Ma oggettivamente com’è possibile conoscere e riconoscere le parole del discorso pronunciato durante la premiazione al Nobel? Non solo è una domanda inutile che non c’entra nulla con l’insegnamento alle medie ma è completamente assurdo che venga fatta.

Un’ altra domanda che ha tratto in inganno molti candidati è quella di storia relativa alla fondazione dello Stato d’Israele: Tutte le quattro opzioni riportavano la data del 15 maggio (con anni differenti e capitali diverse), mentre la data esatta, riportata su tutti i testi di geografia e di storia è il 14 maggio. ,

E’ stato dato un verso di Petrarca (uno, uno solo, praticamente un rigo quando quest’uomo ha all’attivo una raccolta di 366 poesie ed è stato chiesto di riconoscere la figura retorica nel verso precedente.

Assurda anche la pretesa di saper collocare precisamente ogni personaggio della Divina Commedia. Davvero si deve conoscere a memoria il “Paradiso” di Dante per insegnare alle medie? Dove si studiano tre o quattro brani presi dall’ “Inferno”?.

La sensazione è che il test fosse basato sul puro nozionismo, e non c’era una sola domanda sulla didattica.

E poi c’era la domanda a cui quuasi nessuno ha saputo rispondere: la terzina in questione era: “Perché tu mi dischiomi/ né ti dirò ch’io sia, né mosterrolti/ se millefiate in sul capo mi tomi…”. Bisognava indovinare di chi fosse. La risposta esatta era: Bocca degli Abati, un nobile fiorentino di fazione ghibellina, vissuto nel XIII secolo, che nessuno ha mai sentito.

E a questo proposito, il Codacons ha avviato un’attività: un ricorso collettivo al Tar del Lazio.

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it