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Scuola: al Crispi di Ragusa si simula un processo penale
22 Ott 2019 11:08
Il Coding a scuola è una opportunità̀ di sperimentazione didattica e pedagogica continua, sia per il suo approccio “computazionale”, in cui lo studente è protagonista del processo di costruzione della conoscenza anche in discipline non scientifiche, sia per l’introduzione di aspetti informali nell’apprendimento che coinvolgono gli alunni attraverso il gioco.
La finalità è quella di essere consapevoli delle norme di comportamento e know-how mentre si usano tecnologie digitali in ambienti digitali ed essere a conoscenza che i servizi digitali utilizzano una privacy policy per informare su come i dati personali sono utilizzati.
Nell’ambito delle attività previste nel modulo “Generazioni connesse” del progetto “Coding a scuola” – finanziato con fondi europei – ventisette alunni delle classi terze medie dell’Istituto Comprensivo “F. Crispi” di Ragusa stanno, tra l’altro, approfondendo la conoscenza dei compiti e delle funzioni delle Istituzioni preposte a garantire la legalità e la giustizia con due visite guidate alla Questura e al Tribunale di Ragusa. In quest’ultimo, giovedì 24 ottobre, alle ore 16.00, sarà inscenato un processo in aula, alla presenza del giudice, del pubblico ministero, del cancelliere e degli avvocati difensori di due imputati accusati di violenza sessuale e di un reato informatico, ruoli che saranno interpretati e recitati dagli alunni, affiancati dalle vere figure professionali in questione.
I ragazzi, guidati dalle Professoresse Parrino, Pluchino e Tumino, hanno preventivamente conosciuto le fasi di svolgimento di un processo penale con la sapiente guida dell’Avvocato penalista Giovanni Favaccio e, sulla base delle sue esperienze professionali e di quelle dell’Avvocato civilista Carmelo Cataudella, responsabile dell’Osservatorio permanente per i fenomeni di bullismo e i tranelli informatici, è stato scelto per il processo da rappresentare un capo di imputazione connesso alle tematiche del cyberbullismo e pedopornografia.
La particolare esperienza di apprendimento dal vivo che gli alunni si accingono a fare rientra anche nelle finalità dell’educazione alla cittadinanza e alla legalità che mira a formare “cittadini globali”, capaci di organizzare, strutturare e maturare un pensiero critico, operando scelte concrete dopo aver attribuito priorità alle situazioni che si presentano.
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