SCIOPERANO I LAVORATORI ECOLOGICI DI POZZALLO

Venerdì scorso gli operatori ecologici hanno incrociato le braccia. Con decisione improvvisa. Assunta per esasperazione. Aldilà di norme e regolamenti che disciplinano il diritto di sciopero, concordati a monte, con il coinvolgimento delle componenti istituzionali, sindacali e lavorative. Purtroppo è facile, in certe situazioni, passare dalla ragione al torto. Quando si rimane senza un euro per la spesa da fare, il prestito da onorare e le bollette da pagare. I netturbini di Pozzallo sono creditori, ad oggi, di sei stipendi e della tredicesima mensilità. La Geoambiente non paga e dice che la colpa è del Comune. Da Palazzo “La Pira” fanno sapere che, per contratto, la ditta ha l’obbligo di anticipare fino a sei mensilità. Fatto è che fra i due litiganti, a farne le spese sono i lavoratori e le loro famiglie. “Bisogna capire – dice il sindacalista della Cisl Carmelo Giannone – il loro stato d’animo. E’ gente esasperata che non sa più a quale santo votarsi per ottenere almeno un sostanzioso acconto. Il Comune aveva promesso loro duemila euro a testa prima di Natale, ma così non è stato. Hanno pertanto reagito con l’unica arma a loro disposizione. Facile dire hanno sbagliato, come del resto loro stessi hanno riconosciuto, ma sarebbe giusto esaminare il problema più a fondo, perché è inconcepibile lasciare per sei mesi senza stipendio persone che vivono del loro unico lavoro. Ironia della sorte sono stati pure denunciati per abbandono ingiustificato di servizio pubblico”.

“Giannone sa bene – replica il sindaco Luigi Ammatuna – che la pubblica Amministrazione, nel caso in specie, non poteva non segnalare alle competenti autorità l’abbandono del servizio, in quanto atto dovuto. Ed è quello che abbiamo fatto nel rispetto della legge, pur avendo la massima considerazione per le legittime richieste dei netturbini”.

 

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