Scioglimento per mafia dei consigli comunali: il senatore Salvo Sallemi guiderà il Comitato nazionale

Il senatore Salvo Sallemi, vittoriese, di Fratelli d’Italia, è stato nominato coordinatore del terzo comitato della Commissione Nazionale Antimafia. Si tratta del comitato che si occuperà dei comuni sciolti per mafia e delle infiltrazioni mafiose negli enti locali. Il comitato sarà composto da parlamentari di grande spessore, a partire dall’ex ministro della Giustizia Andrea Orlando (pd), dall’ex Procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho, in quota 5 Stelle, dell’ex presidente della regione Friuli Venezia Giulia, Deborah Serracchiani. Ci sono anche Anastasio Carrà e Gianpiero Zinzi (Lega), Michele Gubitosa (M5S), Daniela Ternullo (Forza Italia), Giuseppe Castiglione (Azione- IV – RE), Pino Bicchielli (Noi Moderati), Elisabetta Piccolotti (AVS), Francesco Gallo e Aurora Floridia (Misto).


Sallemi prende il posto di Chiara Colosimo che ha guidato il comitato fino ai giorni scorsi. Si occuperà di un tema e di un argomento che è di scottante attualità, quale è quello dello scioglimento degli enti locali per infiltrazioni mafiose, che spesso fa discutere.

Nel 2020 la Commissione Regionale Antimafia rilevò le irregolarità di Scicli, Siculiana e Racalmuto

Di questo tema si occupò, nel 2020 anche la Commissione Regionale Antimafia, all’epoca presieduta da Claudio Fava. La commissione regionale esaminò la situazione controversa di tre comuni siciliani che erano stati sciolti probabilmente in maniera immotivata e parlò di “un uso disinvolto e strumentale delle norme del Testo Unico sugli Enti Locali che disciplinano lo scioglimento dei consigli comunali». I tre comuni erano Scicli, Siculiana e Racalmuto. La relazione della Commissione Antimafia fece emergere molte anomalie negli scioglimenti che provocarono effetti devastanti, ma che alla lunga, dopo le risultanze processuali, si rivelarono privi di fondamento.

Tutto parte dal “ciclo dei rifiuti” e dal “Sistema Montante”

La commissione rilevò molte anomalie che riguardavano la gestione dei rifiuti in Sicilia, regione ancora oggi priva di termovalorizzatori e dove gran parte della gestione dei rifiuti è in mano a poche aziende private. Emersero numerose anomalie che fecero puntare lo sguardo sulla lobby che avrebbe guidato anche il cosiddetto “Sistema Montante” e il controllo sulle aziende e sulle attività di questo settore.

Una vicenda molto complessa, da cui emergono inadempienze e stranezze amministrative, mancati controlli, autorizzazioni concesse, ma soprattutto una sorta di controllo esterno da parte di una robusta lobby che si era costituita attorno al cosiddetto “Sistema Montante” che controllava il business dei rifiuti e delle discariche in Sicilia. In mancanza, o con una forte carenza, di discariche pubbliche e una forte prevalenza di discariche private.

“Per me è un grande onore coordinare un comitato che dovrà accendere i riflettori sui territori e sugli enti locali – ha detto Sallemi – Ho fatto politica dal basso, rivestendo il ruolo di consigliere comunale per due mandati e anche quello di candidato a sindaco: per questo motivo ritengo essenziale una lente di ingrandimento sullo stato dell’arte e sui pericoli di infiltrazione mafiosa negli enti locali. Occorre comprendere le modalità delle infiltrazioni criminali locali, ma soprattutto esaminare la valenza della legislazione che deve contrastare e prevenire. Lo faremo con una serie di audizioni di amministratori locali, magistrati, associazioni, avvocati e cronisti con lo scopo di appurare punti di forza e di debolezza della nostra legislazione. Un tema importante è quello dello scioglimento dei consigli comunali e quindi dei Comuni: un numero cospicuo e in molti casi lo stesso ente incappa più volte in uno scioglimento. Vi sono anche diversi casi in cui gli amministratori prima coinvolti in indagini giudiziarie poi vengono prosciolti da tutte le accuse evidenziando così casi controversi da approfondire necessariamente per contemperare il necessario bisogno di legalità alla tutela dei diritti della persona. Il fine del Comitato è quello di dare un contributo per stroncare le infiltrazioni mafiose nelle istituzioni territoriali e per proporre adeguate contromisure al fine di estirpare ed eliminare i tentacoli della piovra all’interno degli enti locali. Al contempo occorre tutelare gli amministratori e i funzionari che hanno agito con correttezza e occorre fare luce su diversi casi di scioglimento”, conclude il senatore.

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