SCICLI, SOTTOPOSTA A SEQUESTRO LA DISCARICA DI SAN BIAGIO

La discarica di San Biagio situata nel territorio di Scicli (RG) è stata sottoposta a sequestro  dai Carabinieri  della Tenenza di Scicli, per un gravissimo inquinamento ambientale provocato da liquidi altamente tossici che hanno invaso innumerevoli ettari di terreno. I militari dell’Arma dei carabinieri hanno proceduto, nei giorni scorsi, al sequestro preventivo, della discarica di San Biagio di Scicli, su disposizione della Procura della Repubblica di Modica. La decisione del Procuratore è arrivata a seguito di un esposto  presentato da Italia dei Valori di Scicli, che ha prodotto un dossier-reportage fotografico relativo alla presenza di percolato.

La discarica di San Biagio fu chiusa nel 2008 dall’allora sindaco Falla e di recente è stata usata come stazione di trasferenza dei rifiuti in partenza per Motta Sant’Anastasia. “In perfetta contraddizione con la reiteratamente proclamata messa in sicurezza della discarica, – afferma Italia dei Valori – la stessa versa in uno stato di abbandono vergognoso e allarmante. La conferma arriva dal disastro che, oggi, ha provocato quella piccola pozzanghera maleodorante che due anni fa aveva prodotto gli impegni di messa in sicurezza, creando il giusto allarme e che però non ha ricevuto la giusta attenzione. Uno scenario raccapricciante. Da un lato varchi perimetrali comodamente accessibili da persone ed animali con discariche abusive di rifiuti speciali e pericolosi, quali eternit sbriciolato, poste lungo gran parte del perimetro e dall’altro lato il prodotto, migliaia di litri di percolato. Un vero e proprio torrente dai contorni indefiniti che si è sparso per tutti i terreni a valle della collina dei rifiuti, irrigando con il suo veleno gli oliveti secolari. Dal confine della discarica un gagliardo ruscelletto di liquame nero come petrolio scorre allegramente, attraversando la campagna per centinaia di metri, supera la strada per poi tornare nuovamente verso altri terreni coltivati dove, ad un certo punto diventa difficile seguirne le tracce. Dobbiamo dire grazie – conclude Italia dei Valori – non soltanto all’ATO Ragusa Ambiente, titolare della discarica, a tutti gli altri organi preposti che si erano impegnati per la messa in sicurezza dell’impianto, ma anche e sopratutto a coloro i quali hanno visto ma hanno taciuto “.

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