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Scicli, patrimonio Unesco: alla scoperta del giardino segreto e dei dipinti di Palazzo Bonelli-Patanè
29 Dic 2025 10:40
Il palazzo spicca nelle due fiancate di via Francesco Mormino Penna, sito Unesco dal 2002, ricche di palazzi e chiese. E se ancora si è indecisi su come trascorrere gli ultimi due giorni dell’anno, di questo 2025, la visita a palazzo Bonelli-Patanè, con i dipinti di Raffaele Scalia che fanno di ogni stanza un piccolo tesoro, si presenta come un’interessante ed indimenticabile tappa nel tour del Val di Noto. “Se ci fermiamo all’apparenza della semplicità che caratterizza la facciata esterna dell’edificio non ci si aspetterebbe mai che il suo interno ci sia un tesoro di immensa bellezza. Già solo varcare la soglia dell’ingresso é stupefacente. La ricchezza dei decori curati nei minimi dettagli, l’imponente scalinata, gli arredi, i dipinti. Ogni passo avanti è un passo indietro nella storia, sei catapultata indietro nel tempo, immagini scene di vita quotidiana. Semplicemente emozionante” – è uno dei commenti di una visitatrice.
Palazzo Bonelli-Patanè è l’ultima testimonianza di una civiltà aristocratico-borghese che affascina chi visita il centro storico di Scicli.
E’ un mondo in apparenza passato ma ancora vivo e pulsante dove è possibile godere appieno la Sicilia più vera che festeggia ogni giorno i suoi fasti grazie alla bellezza dei suoi palazzi. In via Francesco Mormino Penna, la via Patrimonio dell’Umanità, cultura, natura e storia si intrecciano in un’atmosfera senza tempo. Un’occasione preziosa per scoprire la bellezza degli interni del palazzo, un tempo dimora della nobile famiglia Bonelli, e per lasciarsi incantare dal suo giardino segreto: un angolo verde nascosto tra le eleganti architetture del centro storico. Visite al piano nobile ed al giardino nascosto, quindi. “Palazzo Bonelli-Patanè è un palazzo ottocentesco, l’esterno in stile neo-rinascimentale, molto semplice, differisce ampiamente da un interno liberty ricco di stucchi, mobili pregiati e, soprattutto, dipinti, realizzati tra il 1928 e il 1938 da Raffaele Scalia, su committenza dapprima di Ignazio Bonelli e poi dei coniugi Francesco Bonelli e Raffaella Papaleo. Lo stesso Scalia curò il disegno dei mobili, della loro disposizione, della tappezzeria e del pavimento. Gli ambienti più importanti hanno tutti un pavimento a linoleum su una base di sughero, una scelta moderna e in voga negli anni trenta del novecento, che andava a sostituire la pietra bianca e nera di Ragusa considerata, in quel periodo storico, ormai stilisticamente superata – spiega Vincenzo Burragato accompagnando i visitatori all’interno del palazzo – tutte le stanze del palazzo ubbidiscono a un unico stile con un programma iconologico che intende esaltare i fasti della famiglia e della sua ricchezza, di cui i fondi agricoli sono origine. Nel 2013 il palazzo è stato acquistato dalla famiglia Patanè, capace, con un attento ed accurato restauro, di rinverdirne i fasti e la bellezza”.
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