È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
SCANDALI SU SCANDALI
07 Giu 2014 06:41
Corrotti e corruttori sono ogni giorno i protagonisti dell’informazione in un’Italia che da troppo tempo ha un volto oscuro di collusione e commistione fra politica e affari loschi non più tollerabile.
Altrettanto non tollerabile è l’arroganza e la spavalderia nell’esibire le ricchezze mal guadagnate (pare infatti che l’inchiesta sul Mose sia scaturita da sospetti nati per le spese di eccessivo lusso effettuate sfacciatamente dagli inquisiti) e nel negare ogni addebito nei propri confronti dichiarandosi sempre e comunque innocenti e vittime di complotti, anche davanti ad un’ evidenza manifesta.
La conclusione che alcuni traggono è che bisogna a questo punto fermare le cosiddette grandi opere, che per i colossali investimenti che comportano, sono particolarmente appetibili per i corrotti. Ma a partire da questa logica, si arriverebbe a fermare ogni lavoro pubblico.
Questa sarebbe la resa completa dello Stato. Non vogliamo pensare che l’Italia sia irredimibile, poichè non è vero quel che si dice spinti dall’indignazione, che coloro che hanno importanti incarichi “sono tutti uguali”. Gli italiani che lavoriamo e viviamo onestamente con alto senso delle istituzioni e spirito civico siamo tanti, siamo la maggioranza, ma spesso siamo quella “maggioranza silenziosa” che non fa notizia. Il totale discredito che deve colpire i corrotti deve anche orientare l’opinione dei cittadini verso una rigorosa etica pubblica, senza ammiccamenti e attenuanti per chi si appropria di denaro pubblico. Il corollario deve essere una norma che preveda l’incandidabilità e l’interdizione dai pubblici uffici a vita per questi personaggi, e l’allontanamento dalle cariche già a partire dal rinvio a giudizio. Se è giusto e democratico il garantismo per cui nessuno è reo fino a condanna definitiva, è altrettanto giusto e democratico che ci sia la garanzia per tutti noi cittadini che chi riveste cariche pubbliche sia integerrimo e che dei soldi pubblici, quindi nostri, non un solo centesimo venga distratto dai fini ai quali è destinato. È altresì necessario che i processi si svolgano e si concludano in tempi adeguatamente brevi, perchè una condanna che arrivi dopo quindici o venti anni è una forma velata di impunità.
Abbiano i partiti politici il buon senso, prima ancora di un’imposizione di legge, di non ammettere al loro interno inquisiti e, peggio, condannati. Vengano requisiti i beni di questi ladri che rubano senza scrupoli; siano condannati a sbarcare il lunario lavorando sodo come tanti di noi cittadini, vivendo in un appartamentino in affitto e dovendo fare i conti per coprire le spese necesarie. Forse la dignità di vivere del proprio lavoro potrebbe farli rinsavire, l’impunità nella quale sperano, no di certo, né l’esempio che abbiamo visto fino alle recentissime elezioni europee di indagati in lista che ricevono ancora buone quote di consenso.
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