SARANNO RISARCITI I SETTE PROPRIETARI

Saranno risarciti  dal Consorzio di Bonifica n. 8 di Ragusa con complessive 150 mila euro i  sette proprietari di terreni in contrada Margio che il 3 novembre 2011 furono completamenti sommersi dalle acque a causa delle piogge abbondanti. Dopo decenni di battaglie e rimpalli tra proprietari di terreni e istituzioni arriva quindi una sentenza storica per l’annoso problema degli allagamenti nel bassopiano ispicese.  I sette proprietari, tra cui un extracomunitario che quel giorno rischiò di morire travolto dalla piena delle acque che sommersero  la sua casa, hanno chiesto e ottenuto, patrocinati dall’avvocato Giuseppe Gambuzza del foro di Modica, al Consorzio di Bonifica n. 8 di Ragusa che gestisce i canali, un risarcimento complessivo  di circa 150 mila euro. La sentenza  n. 1667 del 20 ottobre 2014 è stata redatta dal giudice Carmelo Lombardo del Tribunale delle Acque di Palermo (ndr esistono in Italia solo 8 Tribunali Regionali e un Tribunale Nazionale delle Acque). All’alba del 3 novembre, infatti, l’ondata di acqua che, provenendo da Ispica e dal canale principale della bonifica, si sarebbe dovuta riversare in mare allo sbocco di Santa Maria del Focallo, incontrò un ostacolo di erbe, canne e detriti che, impattando contro i piloni del ponte  esistente sulla sp 67 Pozzallo- Marza, formò una diga e deviò il corso dell’acqua sul braccio laterale della bonifica, braccio sul quale normalmente doveva defluire l’acqua proveniente da contrada Pantano prima di riversarsi in mare. Queste circostanze hanno fatto sì che l’acqua  invadesse prima i terreni di contrada Pantano e poi quelli di contrada Margio, distruggendo coltivazioni, impianti e danneggiando fabbricati. La responsabilità degli allagamenti è stata addebitata al Consorzio di Bonifica perché i canali presentavano dei difetti  strutturali di ingegneria idraulica e perché il Consorzio aveva gli obblighi della manutenzione ordinaria e straordinaria dei canali di raccolta e regimentazione delle acque del basso piano ispicese e dei sistemi di drenaggio e smaltimento a mare con il sistema del pescaggio con impianto idrovoro. Il consorzio infatti in quei giorni azionò soltanto due delle quattro idrovore installate per fare fronte alle emergenze perché le altre due erano una priva di carburante e l’altra priva dei cavi elettrici. Per oltre venti giorni l’acqua alta un metro  rimase così a ristagnare sui campi e a distruggere completamente le coltivazioni. La perizia d’ufficio  dell’agronomo Vincenzo Lo Meo ha sostanzialmente condiviso le risultanti del perito di parte agronomo Giorgio Frasca nominato dall’avvocato Gambuzza e i proprietari saranno risarciti per i danni ai fabbricati, agli impianti e alla produzione ortiva distrutta.  La sentenza  ribadisce l’urgenza di intervenire nei due canali importanti del bassopiano ispicese e precisamente quello che da contrada Cipolla arriva al bivio Santa Maria- Ispica e quello che da pantano Garufi in contrada Margio giunge alla Foce Vecchia. Soddisfazione è stata espressa dall’avvocato Gambuzza: “La sentenza del Tribunale delle Acque farà storia. La speranza è che sia un punto di svolta per risolvere il problema degli allagamenti del nostro bassopiano in modo razionale e definitivo”. 

 

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