“SANTI, POETI O MARINAI. I SANTI PROTETORI DEI VIAGGIATORI”

Si dice che gli Italiani siano “popolo di santi, poeti e naviganti”: esploratori, emigranti colonizzatori, eroi di grandi imprese e pellegrini… Ispirati da miti e archetipi, che narrano il sogno che porta lontano nel viaggio e nella vita, gli “eroi”in partenza si sono sempre affidati a energie divine, a divinità protettrici o a santi e patroni. Santi e protezioni abbondano dunque, anche perché in passato il viaggio era tutt’altro che certezza e sicurezza.

Il più noto “ausiliatore”è San Cristoforo. Accompagna con medagliette, adesivi e quant’altro, pellegrini, viandanti, autisti, camionisti, facchini, ferrovieri, barcaioli, pendolari, e salva dalla morte improvvisa. Variano i racconti che hanno tramandato la sua figura sin nel Medioevo, da soldato dell’antica Licia convertito e decapitato, al possente e burbero traghettatore cananeo. Antiche immagini bizantine lo raffigurano con la testa di cane, rimandando al dio Anubi, che per gli antichi Egizi traghetta le anime dei defunti. L’iconografia popolare cristiana lo rappresenta a piedi scalzi, con un bastone da viandante in mano, mentre guada un corso d’acqua o attraversa un bosco, con un bimbo sulle spalle. Si narra che quel bambino, fattosi via via più pesante, affaticasse e incurvasse la schiena del santo. Il piccolo viaggiatore era Gesù portatore di tutti i pesi del Mondo, simbolicamente rappresentato dalla sfera che ha in mano. 

San Giuseppe da Copertino protegge piloti, astronauti, passeggeri di aereo, ma anche studenti. Quando era in estasi, levitava sollevandosi da terra. Fece miracoli ed ebbe il dono della scienza innata, per cui “fratel Asino”-come si definiva- divenne protettore degli esaminandi. La tradizione iconografica ci mostra padre Giuseppe inginocchiato in preghiera, sospeso in aria fra nugoli di angeli. E’ morto a Osimo, nelle Marche; a lui è dedicata la chiesa del luogo e di Copertino nel Salento, a sua volta gemellata nella devozione del Santo con Cupertino, in Silicon Valley in America.

I marittimi e i naviganti, invece, invocano S. Francesco da Paola; i barcaioli e gli ancoratori, S. Adelaide. Molti sono i fedeli di S. Francesca Cabrini protettrice degli emigranti nelle traversate Oltreoceano e fondatrice di università e ospedali, di cui il Columbus Hospital di NY, aperto agli emigrati italiani alla fine del 1800. Anche Sant’Erasmo protegge i marinai. Le fiammelle delle scariche elettriche sugli alberi e i pennoni di navi, nei pressi di tempeste in mare, sono note come “il fuoco di S. Elmo”, e sono il segno dell’intervento salvifico del Santo, secondo i fedeli. E che dire di S. Nicola da Bari, protettore dei naviganti e famoso nelle “feste invernali dei portatori di doni”? Altri patroni di viaggi e viaggiatori sono gli Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele; S. Antonio da Padova; San Giuseppe, in particolare per gli esiliati…

S. Colombano è invece patrono dei motociclisti. A Trambileno presso Rovereto, arroccato in parete, sopra un orrido sovrastante il fiume Leno, c’è un eremo a lui dedicato, e usato in passato nel periodo di Quaresima dal suo Ordine. La leggenda riporta che il Santo -il Bene- sconfisse il Drago -il Male- divoratore dei bambini battezzati della zona. L’eremo è meta di pellegrinaggio, e per raggiungerlo, si sale lungo la scalinata di centodue gradini scavati nella roccia. Affreschi allegorici, di devozione alla Madonna ed ex voto rendono unico il sito naturale. La colomba fa parte dell’iconografia del Santo. 

S. Martino è il protettore dei fanti, cavalieri, mugnai e albergatori. E’noto per la leggenda del mantello condiviso col viandante, in un gelido novembre. La tradizione popolare vuole che il detto “far S. Martino”stia per “far trasloco”, perché l’11 novembre era la stessa data in cui i proprietari terrieri rinnovavano -o meno- i contratti ai mezzadri, nell’Italia contadina di fine Ottocento- primi Novecento. Il mancato rinnovo del contratto comportava l’allontanamento immediato dalla casa con le loro masserizie.

Molti dei santi considerati sono patroni di città italiane. Sono festeggiati tuttora con processioni, dove le loro statue sono portate in spalla attraverso percorsi di luminarie, accompagnati da fuochi d’artificio o fiaccolate. Dal Sud al Nord d’Italia, con riti ecumenici invariati, queste feste sacre fanno parte anche di studi antropologici, di mete turistiche oltre che devozionali, per la spettacolarità di coreografie, contesti stagionali in cui si svolgono nel ciclo dei riti cui appartengono, per il significato profondo e le origini lontanissime.                                                          

 

 

                                                                                                                                                 

 

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