San Giorgio a Modica è escluso dagli eventi di grande richiamo turistico. La posizione dell’On Abbate e gli atti ufficiali.

Gentili lettori, “cittadini ed enti locali” (che noi avremmo messo in subbuglio) e gentile onorevole Abbate, abbiamo atteso qualche giorno per ri-verificare, come nostra abitudine, tutti i passaggi del decreto assessoriale (D.A. n. 267/S6) che indica “l’adozione del ‘Calendario delle manifestazioni di grande richiamo turistico’ che avranno luogo nel territorio regionale nell’anno 2023”. E ci permettiamo di citare testualmente virgolettando, tutto quanto abbiamo appurato, aggiungendo per comodità dell’onorevole Abbate e di chi avrà pazienza di leggere, tutti i passaggi cristallizzati negli atti ufficiali. L’elenco in questione si basa sulla legge della Regione Sicilia n.2 del 26 marzo 2002 e in particolare, sull’articolo 39, più volte citato nel decreto in questione. La legge regionale venne pubblicata in Gurs (Gazzetta ufficiale della Regione Siciliana) il 27 marzo 2002. Ecco, l’articolo 39, recita testualmente ed integralmente
Titolo III
INTERVENTI PER LO SVILUPPO ECONOMICO
Art. 39.
Manifestazioni turistiche

Entro il mese di giugno di ciascun anno, l’Assessore regionale per il turismo, le comunicazioni ed i trasporti adotta con proprio decreto il calendario ufficiale delle manifestazioni ed eventi di grande richiamo turistico che hanno luogo nell’anno successivo e che comprendono tutte le manifestazioni ed eventi artistici, folkloristici e sportivi, di iniziativa pubblica e privata, che si realizzano nel territorio regionale di riconosciuto valore e grande capacità di richiamo ed intrattenimento turistico.

  1.  L’Assessore regionale per il turismo, le comunicazioni ed i trasporti è autorizzato a promuovere e realizzare direttamente, anche mediante convenzioni con enti pubblici e soggetti ed organismi privati di comprovata esperienza e capacità tecnica e finanziaria, manifestazioni ed eventi e ad intervenire finanziariamente a sostegno delle spese di realizzazione delle manifestazioni promosse ed organizzate da soggetti terzi, entro il limite massimo del 20 per cento delle spese complessive riconosciute ammissibili a valere sullo stanziamento del l’U.P.B. 12.2.1.3.1 e comunque nel limite del 30 per cento.
  2.  L’inserimento delle manifestazioni nel calendario ufficiale regionale non attribuisce comunque diritto a finanziamento regionale. L’Assessore regionale per il turismo, le comunicazioni ed i trasporti, ove intenda avvalersi della facoltà prevista al comma 2, deve, nel medesimo termine indicato al comma 1, determinare il piano generale degli interventi finanziari da assumere complessivamente a proprio carico, in relazione alle previsioni del bilancio pluriennale in corso. Tali interventi possono essere rimodulati in misura proporzionale alla effettiva consistenza della dotazione finanziaria recata nel bilancio di previsione dell’anno corrente di riferimento.

Detto questo, l’elenco adottato con decreto il 16 marzo 2023 per eventi in corso d’anno 2023, è tardivo rispetto al termine fissato dalla legge n.2 del 26 marzo 2002 (giugno dell’anno precedente) ed è stato adottato non attraverso un bando ma, come recita il decreto, “con nota n.6799 del 28.02.2023 con la quale il competente Servizio 6 Manifestazioni individua, le iniziative che sulla base della pluriennale esperienza maturata dallo stesso Servizio per consolidata tradizione costituiscono occasione di grande richiamo turistico, sulla scorta dell’elenco delle risultanze dell’ultimo Calendario adottato relativamente all’anno 2020, a seguito di esplorazione del panorama regionale effettuato attraverso Avviso pubblico”.

Sì, un Avviso pubblico che è stato fatto nel 2019 per gli eventi del 2020 quando poi è scoppiata la pandemia, ed è presumibile che la situazione pandemica abbia bloccato tutte le iniziative turistiche per le note prescrizioni assunte su tutto il territorio nazionale.
C’è di più. Giustamente l’assessore regionale al Turismo, Elvira Amata, indica nello stesso decreto (D.A. n. 267/S6) le procedure che intende seguire per il prossimo biennio, ovvero  che “con successivi procedimenti saranno individuate attraverso apposito Avviso Pubblico le iniziative da inserire nel ‘Calendario ufficiale delle manifestazioni ed eventi di grande richiamo turistico per gli anni 2024/2025’.

Che si tratti del Calendario 2023 quindi,  non c’è dubbio alcuno. Ma forse il contenuto dell’articolo 39 della legge 2/2002 (nella parte in cui dice che entro giugno l’assessore definisce il calendario degli eventi per l’anno successivo) potrebbe avere tratto in inganno l’onorevole Abbate che potrebbe per questo aver pensato appunto che l’elenco non fosse per l’anno in corso. Ma tant’è.

Torniamo all’elenco del 2023, che come detto si rifà al calendario del 2020. In quell’elenco redatto attraverso un avviso pubblico erano inseriti 56 eventi regionali, di questi, solo due in provincia di Ragusa: Chocomodica a Modica e la festa di San Giorgio a Ragusa. Quindi, nessuna falsità

Gentile onorevole Abbate, Il decreto in questione (così come prevede l’art.39 della legge 2 del 26 marzo 2002) adotta un calendario che “non attribuisce comunque diritto a finanziamento regionale e pertanto l’inserimento nel calendario medesimo ha finalità meramente enumerativa e promozionale”,
La notizia l’ha divulgata l’Ufficio stampa della Regione e nell’elenco che costituisce il Calendario, allegato al decreto in questione, in provincia di Ragusa c’è solo la “Festa di San Giorgio, Ragusa, maggio”.
E’ quindi in errore quando scrive “non ci voleva molto a capire, o ad informarsi, che l’elenco comunicato dall’Assessore Amato, con la quale siamo sempre in stretta collaborazione, è un calendario che si riferisce al 2022”. Comprendiamo, come già detto, che sarà caduto in questo errore poichè è impensabile che un Assessorato regionale pensi soltanto adesso a stilare per l’anno in corso un calendario di richiamo delle grandi manifestazioni turistiche e quindi, tra la redazione di Ragusaoggi e l’assessorato al Turismo, avrà pensato che ad esser stati faciloni siamo stati noi ma non è così purtroppo e il motivo è stato precedentemente spiegato, atti ufficiali alla mano

Per quanto riguarda la Circolare assessoriale 25616 del 14 marzo 2023 che l’onorevole Abbate cita, ha come oggetto “Assegnazione del contributo regionale destinato agli Enti locali siciliani ai sensi del comma 66 dell’art. 26 della legge regionale 22 febbraio 2023, n. 2 finalizzato alla realizzazione di iniziative di carattere sociale, economico e culturale svolte in Sicilia. – Criteri e modalità di accesso”. Si tratta dell’apertura ad istanze di contributo che devono essere presentate dagli enti locali con una griglia selettiva e con scaglioni di finanziamento che variano a seconda della grandezza del Comune (da 5.000 euro per comuni fino a 5.000 abitanti; 75.000 euro per comuni con più di 50.000 abitanti). L’avviso in questione prevede di indicare anche la compartecipazione del Comune all’evento per il quale si chiede il finanziamento e la dichiarazione che lo stesso evento non beneficia di altri finanziamenti da parte di amministrazioni o organismi pubblici. Lei, onorevole Abbate, scrive che “in questo elenco, concretamente ben più “pesante” di quello dei grandi eventi visto che porta materialmente preziose risorse economiche alle Città, ha già partecipato Modica con due progetti. Uno per le feste religiose più importanti (S.Giorgio, S.Pietro, Madonna delle Grazie, Madonna Vasa Vasa) l’altro per gli eventi estivi di Marina di Modica e Maganuco. E non sarà l’unica Città della provincia di Ragusa visto che, dalle notizie che mi arrivano, hanno partecipato anche Scicli, Ragusa, S.Croce ed Comiso ognuna con le proprie tradizioni ed i propri eventi”.
Non può questa che essere una buona notizia, sarebbe interessante avere gli atti di partecipazione dei Comuni che lei cita, per darne il giusto risalto visto che le procedure prevedono delle delibere di giunta di approvazione dei progetti.

Tutte le comunità iblee meritano rispetto, e molte sono le manifestazioni in provincia che portano un turismo di qualità, che sono punto di riferimento, che valorizzano il patrimonio culturale, naturalistico ed enogastronomico. Finanziarle è un bene collettivo, un patrimonio di tutti.

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