SAN BARTOLOMEO ACCOLTO DAI FEDELI IN FESTA A GIARRATANA

Una pioggia rossa. Un grido che esce dal cuore di tutti: “Patronu”. E un’onda umana che si muove come se fosse animata da un’unica persona. Un momento suggestivo, emozionante, carico di fede e allo stesso tempo tra gli elementi folkloristici più significativi in terra di Sicilia. Tutto questo, e molto altro, è la tradizionale “Sciuta” di San Bartolomeo Apostolo che, come ogni anno, si è consumata a Giarratana a mezzogiorno in punto, tra una folla di fedeli che ha applaudito l’evento più atteso. Il simulacro del Patrono, spinto da una selva di mani, è venuto giù questa mattina per la ripida scalinata della chiesa di San Bartolomeo con un fragore di mortaretti e un diluvio di “nzaiareddi”, le caratteristiche strisce in carta di vari colori ma con il rosso predominante, e poi più volte ha reso onore alla chiesa che lo ospita tutto l’anno con la particolare movenza che ne determina l’andatura prima di dare il via alla processione. Per qualche minuto tutta Giarratana si è fermata e si è concentrata dinanzi all’edificio di culto che ospita il Patrono.

La “Sciuta” è la tradizione religiosa che meglio raffigura il carattere forte e determinato dei giarratanesi. Ad anticipare il momento dell’uscita il rullare dei tamburi di Giarratana, preceduto dal suono delle trombe egiziane. Poi, l’apoteosi. La tradizionale “Sciuta” è stata salutata da manifestazioni di giubilo. Quindi, la processione ha preso il via seguendo il tradizionale percorso cittadino caratterizzato, tra l’altro, dalla visita della chiesa di Sant’Antonio Abate e dall’omaggio floreale alla Madonna della Neve. Prima, però, c’è stato tutto il tempo di presentare al Patrono i nuovi nati della comunità con un rito che affonda le radici nella notte dei tempi. La seconda processione si terrà in serata a partire dalle 20,30.

La solenne concelebrazione di questa mattina è stata presieduta, alla presenza, tra gli altri, del parroco, don Gino Ravalli, dal vescovo della diocesi di Ragusa, mons. Paolo Urso, che nell’omelia ha voluto mettere in rilievo i tratti distintivi di San Bartolomeo “Una figura che diventa attuale – ha detto il vescovo – soprattutto se ne riusciamo a cogliere alcune caratteristiche. Il Vangelo dice che San Bartolomeo era una persona onesta, una persona corretta, eppure nel racconto dell’evangelista Giovanni quando Filippo, che ne era buon amico, gli dice: “Sai abbiamo incontrato Gesù?”, Bartolomeo gli risponde con un interrogativo: “Ma da Nazareth cosa può venire di buono?”. Una espressione che fa riflettere perché frase detta sulla base di pregiudizi.

Anche noi, oggi, siamo vittima di pregiudizi nei numerosi rapporti che coltiviamo, tra le famiglie, tra le persone: se da una parte rassomigliamo a San Bartolomeo per questa mentalità, dobbiamo cercare, però, di seguirlo anche nella fase successiva, perché quando l’apostolo incontra Gesù e capisce che il Cristo gli ha letto dentro la Vita, San Bartolomeo cambia e diventa un uomo che supera i pregiudizi, accoglie la proposta di Gesù e va in giro a diffonderne il Verbo”. Alla cerimonia religiosa erano presenti le massime autorità civili, tra cui il sindaco Giuseppe Lia, con i componenti della Giunta municipale, i consiglieri comunali, il deputato regionale Orazio Ragusa, il presidente del Consiglio provinciale Giovanni Occhipinti. A Giarratana, questa mattina, anche la famosa attrice Loredana Cannata, originaria del centro montano ibleo, che non ha perso l’occasione per godersi le vacanze nella sua terra natia proprio in occasione dei festeggiamenti del Patrono.

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