Salviamo la pagoda di Comiso. Il Comitato rilancia la raccolta fondi

Il “Comitato per la Pagoda della Pace” di Comiso lancia un appello: servono fondi per l’acquisto del terreno su cui sorge, ormai da 25 anni, la “Pagoda della Pace”.

Il Comitato che, ormai da quasi un anno, sostiene il monaco buddista Gyosho Morishita, fa il punto sulla situazione.

Un anno fa il monaco buddista aveva rischiato lo sfratto. I proprietari del terreno che in passato avevano promesso la donazione del terreno su cui sorge la pagoda e che, nel frattempo, avevano concesso un affitto simbolico per 99 anni, avevamo deciso di interdire la strada di accesso.

Un anno fa era stata chiusa la strada di accesso. Il monaco buddista Morishita confinato sulla collina

 Morishita era rimasto confinato in cima alla collina, senza possibilità di entrare o uscire, con l’unica via di accesso di un sentiero ripido difficilmente praticabile. Di fatto, il reverendo buddista era rimasto quasi ai “domiciliari”.

I ricorsi alla magistratura avevano ristabilito i diritti del monaco buddista a poter percorrere la strada privata per accedere alla pagoda. Ma per dirimere definitivamente la questione era necessario procedere all’acquisto del terreno su cui sorge la pagoda e alla realizzazione di una seconda strada di accesso. 

La raccolta fondi avviata nella primavera scorsa ha fruttato finora 7500 euro. Questo ha consentito di versare la somma di 2500 al proprietario del terreno che dovrà realizzare una strada di accesso. 

Ora però servono altri fondi per l’acquisto della porzione di terreno su cui sorge la pagoda. Il costo complessivo è di 30.000 euro, cui dovranno aggiungersi i costi notarili nonché quelli per la realizzazione delle opere e della condotta idrica che per il momento non c’è ancora.  

Il portavoce del Comitato lancia un appello. Per salvare la pagoda di Comiso servono altri fondi. E non può bastare l’aiuto dei privati. Il Comitato ora chiede l’intervento di aziende, istituzioni, enti nazionali ed internazionali.

“Auspichiamo – spiega Ruello – che, con l’aiuto di tutti, possa avvenire un cambio di passo per uscire dai fatti processuali che stanno fortemente condizionando la pacifica sopravvivenza del Reverendo Gyosho Morishita. Serve l’importante aiuto del tessuto produttivo ed istituzionale che intendiamo appellare con questa “chiamata pubblica”.

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