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SACROSANTE RISATE
18 Nov 2013 06:01
Vi siete mai chiesti cosa si celi dietro le molte vignette che animano le pagine dei più svariati quotidiani?
Ironia, sarcasmo, derisione, scherno, dileggio, umorismo. Ma non solo. Serietà, attenzione per il sociale e la realtà tutta, informazione.
Un’informazione diversa da quell’0etichetta che siamo abituati ad affibbiare ai media, perché è inevitabile che quel sorriso che la vignetta ti fa fare si insinui sempre più in profondità.
Le vignette satiriche, infatti, acquistano sempre più popolarità per due ragioni essenziali: la schiettezza e l’attualità.
Con queste premesse è stata inaugurata, “Sacrosante risate”, l’esposizione di vignette satiriche allestita al Palazzo Ducale di Genova e promossa dall’Unione degli atei agnostici razionalisti (Uaar).
In mostra fino al 24 novembre sono 40 opere di alcuni tra i più noti fumettisti italiani, da Altan a Vauro, da Massimo Bucchi a Stefano Disegni, e ancora Sergio Staino, Ellekappa, Giorgio Franzaroli, Roberto Mangosi, Bandanax, Danilo Maramotti, Alberto Montt.
Spiega Melis. coordinatore dell’Uaar di Genova, «L’idea della mostra è nata quando abbiamo visto delle prese di posizione molto preoccupanti da parte del precedente ministro egli Esteri, Giulio Terzi, mentre un nostro socio è stato denunciato per aver affisso un manifesto con “Dio non esiste”: l’hanno assolto solo perché, secondo il giudice, non si riusciva a identificare la persona offesa, ma altrimenti sarebbe stata blasfemia. E questa per noi, invece, è solo una critica al potere».
E quindi l’Unione degli atei, agnostici e razionalisti, con l’aiuto del vignettista Sergio Staino che oggi alle 18 sarà all’inaugurazione della mostra e di Ferruccio Giromini («senza di loro non avremmo potuto fare nulla», precisa Melis), ha raccolto le adesioni di grandi “matite” libere da condizionamenti di qualsiasi tipo
A presenziare all’inaugurazione della mostra proprio Sergio Staino, storica firma dell’Unità, ha detto: “Questa mostra prende in giro gli uomini di chiesa, non solo i cattolici. Nelle vignette si trovano intelligenza, solidarietà e umanità. Nessuno irride la religione ma piuttosto ad essere irrise sono le utilizzazioni opportunistiche della religione”.
Mirko Melis, ha tenuto a precisare “Non si tratta di blasfemia, ma di un attacco al potere”.
“La storia della satira anticlericale – si legge nella presentazione – ha una lunga e onorevole tradizione europea”.
Per restare in Italia, a partire dai sonetti del Belli in giù, si pensi all’opera storica di giornali rimasti famosi, come Il becco giallo, L’Asino, Don Basilio, Il Travaso, e alle arti affilate di umoristi efficaci come per esempio Gabriele Galantara; per non dimenticare, in tempi meno lontani, l’esplosione collettiva dei tanti scatenati autori de Il Male.
Ma parlare di satira religiosa oggi è decisamente temerario e non solo quando questa satira riguarda la religione islamica.
Tutte le religioni sono decisamente suscettibili quando si toccano i loro dogmi e tradizioni, quasi temessero realmente di esser seppelliti da una risata, e i loro anatemi non solo persistono ma addirittura si accentuano.
Lo sa bene chi in Italia ha subito più volte la censura semplicemente per qualche innocente battutina sul Vaticano. Eppure è soprattutto in momenti critici come questi che l’unico strumento vincente può essere l’ironia, quanto più possibile intelligente, sotto il segno della libertà di giudizio e d’espressione, restando nei limiti del rispetto umano reciproco e del cosiddetto buon gusto”.
D’altronde, se si guarda all’etimologia del termine stesso, la satira ,dal latino satura lanx, il vassoio riempito di offerte agli dei, è un genere della letteratura e di altre arti caratterizzata dall’attenzione critica alla politica e alla società, mostrandone le contraddizioni e promuovendo il cambiamento.
Sin dall’Antica Grecia la satira è sempre stata fortemente politica, occupandosi degli eventi di stretta attualità per la città (la polis), ed avendo una notevole influenza sull’opinione pubblica ateniese, proprio a ridosso delle elezioni, per questo motivo è sempre stata soggetta a violenti attacchi da parte dei potenti dell’epoca, come nel caso del demagogo Cleone contro il poeta comico Aristofane.
Per Giorgio Forattini, la satira è una grande dimostrazione, la più alta espressione, di libertà e di democrazia.
Secondo Dario Fo la satira è una forma libera e assoluta del teatro. Daniele Luttazzi la definisce «un punto di vista e un po’ di memoria». Questo, assieme ai temi rilevanti che affronta, la distingue dalla comicità e dallo sfottò (la presa in giro bonaria), nei quali l’autore non ricorda fatti rilevanti e non propone un punto di vista ma fa solo del “colore”.
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