Sabato sera violento a Scicli. La città sana dice no alle violenze in piazza

Un fatto identico, anzi più violento e dalle conseguenze disastrose per tanti ragazzi che hanno vissuto momenti di paura fra via Francesco Mormino Penna, corso Umberto e Largo Gramsci, quello di sabato sera a Scicli. La città sana dice no. Non intende vivere in un clima di paura. Bande di stranieri, di giovani stranieri che cercano e trovano l’occasione giusta per “beccarsi” mettendo in pericolo l’incolumità di tante persone, di famigliole, di ragazzi e giovani che aspettano il sabato sera per un momento di sereno relax.

A Scicli la sicurezza sta diventando un sogno. La città non è più sicura.

Due gravi fatti di cronaca uno dopo l’altro in appena due settimane. Entrambi di sabato sera. E’ chiaro, oramai, che la misura è colma. “La volta scorsa ho presentato una denuncia, ho portato la questione in Consiglio comunale, ho fatto quanto doveva farsi – afferma Marianna Buscema, consigliera comunale di Italia Viva – di nuovo c’è una presenza maggiore delle forze dell’ordine in città. Il sindaco Marino ha posto la questione al Prefetto. Nonostante ciò e nonostante sabato scorso ci fosse, in paese, un dispositivo di sicurezza importante, il fatto è accaduto lo stesso. Ed allora, diciamocelo pure. Qui si deve intervenire con un maggiore coinvolgimento delle istituzioni e delle realtà scolastiche ed educative creando un tavolo permanente. Chiederò la partecipazione ad un consiglio comunale del Prefetto di Ragusa. A mio avviso è necessario un tavolo permanente con le istituzioni scolastiche ed educative. Si deve intervenire su due fronti, insistere sul coinvolgimento maggiore e costante delle forze dell’ordine ed indire un tavolo permanente per un coordinamento del sistema educativo. I ragazzi di sabato scorso erano tutti 14enni e, quindi, tutti di età scolastica. Da un lato quindi sicurezza e dall’altro il sistema educativo e scolastico. Da attenzionare anche i punti h24 per la vendita di bevande, da controllare l’uso di alcoolici e soprattutto investire del problema le comunità di stranieri perchè molti di essi sono parte integrante nel territorio”.

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