S.E. DOTT. HAKKI AKIL RICEVE “RAGUSA OGGI” E SI RIVELA GRANDE AMICO DELL’ITALIA

Via Palestro: una strada romana  che accoglie una “miniatura” di un angolo del Mediterraneo orientale, l’Ambasciata della Turchia. È qui che una delegazione di Ragusa Oggi ha avuto l’onore e il privilegio di incontrare il nuovo ambasciatore della Turchia in Italia: S. E. Dott. Hakki Akil  grazie anche alla preparazione meticolosa della visita da parte del Console Generale della Turchia in Sicilia  dott. Domenico Romeo che pur nella immediatezza dell’insediamento dell’Ambasciatore ha trovato modo di farci ricevere.

In un’intensa conversazione con l’Ambasciatore, si sono affrontate le questioni più importanti  circa i futuri rapporti tra Italia e Turchia; a lungo si è disquisito della questione libica e, come intermezzo rilassante, anche della piacevole visita ad Istanbul di una delegazione siciliana. La permanenza siciliana in Turchia si dipanerà dal 1 al 6 giugno 2011 e il “comando del battello” affidato a Domenico Romeo (Console generale di Turchia in Sicilia), grande amico dell’ Ambasciatore, che visiterà, insieme al gruppo, la metropoli  turca e l’Interland  in occasione della festa della nostra Repubblica. Il tutto per iniziare positivamente una possibile partnership economica culturale, economica e turistica tra Italia e Turchia.

Un ottimo caffè turco e una grande sala piacevolmente affrescata e barocca hanno incorniciato la durata della nostra visita e l’intera intervista:

Sua Eccellenza, quali sono oggi i rapporti tra Roma ed Ankara ?

Constatiamo con grande soddisfazione che le relazioni tra la Turchia e l’Italia, da noi considerate di natura strategica, hanno un andamento eccellente in tutti i settori.

La Turchia e l’Italia sono due Paesi che oltre alle loro bellezze naturali, incantano anche con la loro storia e l’eredità culturale. Nonostante ciò, l’importanza dei nostri Paesi, i cui cieli sono ornati di cupole fastose e di ponti, non dipende solo dalle loro bellezze. La Turchia e l’Italia per la loro cultura, per il loro commercio e la loro politica sono stati, nel corso della storia, tra i paesi più importanti dell’Europa e del mondo, svolgendo un ruolo di ponte e di comunicazione tra oriente e occidente.

Sono lieto di affermare che le nostre relazioni bilaterali e la nostra collaborazione vivono un loro periodo d’oro. In un mondo in cui i conflitti sono in aumento , i nostri rapporti bilaterali sono a un livello così positivo da costituire un esempio per gli altri Paesi.

Anche i rapporti economici e commerciali tra i due Paesi vivono il loro periodo più intenso e dinamico. Il volume dei nostri rapporti commerciali, nonostante gli effetti della crisi economica globale siano ancora presenti, nel 2010 ha raggiunto a 13,2 miliardi di Euro, con un incremento pari a 31%, ritornando ai livelli da record registrati nel 2008 prima della crisi. I dati dimostrano che l’incremento del commercio estero di Italia-Turchia (31%) è stato maggiore dell’aumento medio (19%) del volume totale del commercio estero dell’Italia. Il fatto che sia stato il gigante del commercio globale, la Cina, l’unico paese che nei rapporti commerciali bilaterali con l’Italia ha registrato un incremento superiore a quello con la Turchia, indica un altro dato interessante che dà ragione a coloro che definiscono la Turchia la Cina dell’Europa.

L’interesse degli investitori italiani nei confronti del nostro Paese ha registrato un rilevante aumento negli ultimi anni. Infatti mentre nel 1998 le imprese italiane che avevano attività in Turchia erano solo 17, nel 2010 si è raggiunta la cifra di 825 imprese; questo dato dimostra la fiducia degli imprenditori italiani sul futuro dell’economia turca, basata su una popolazione giovane, istruita e dinamica, e una crescita veloce (nel 2010 con la crescita all’8,9 % occupa il primo posto tra i Paesi dell’OCSE).

I nostri soci italiani, prendendo posizioni nei settori strategici che promettono maggior potenziale di aumento nell’economia turca quale il settore bancario, dell’energia e dei trasporti, registrano guadagni che soddisfano largamente i loro investimenti. Per esempio Unicredit Banca nel 2010 ha registrato al livello globale un utile totale pari a 1,32 miliardi di Euro, mentre Yapı Kredi Bankası ,associato dell’Unicredit Banca in Turchia, ha registrato un utile di 1 miliardo di Euro, considerando che l’anno 2010 è stato un anno proficuo nel settore bancario turco.

Turchi ed İtaliani sono due popoli che si assomigliano e alimentano la reciproca simpatia. Anche le radici dei due popoli si intrecciano tra di loro, costruendo una base che possiamo definire storia comune.

Sotto l’influenza delle nostre relazioni politiche ed economiche ad alto livello, in conseguenza all’aumento dell’interesse sulla cultura tra le due comunità, le nostre relazioni culturali si sono ulteriormente sviluppate.

Uno degli aspetti importanti dei nostri rapporti culturali è la collaborazione realizzata nel settore archeologico. Attualmente ci sono 14 missioni archeologiche italiane in Turchia. In questo contesto molti archeologi italiani partecipano agli scavi in diverse regioni della Turchia e attraverso questi scavi vengono scoperti importanti reperti per la storia dell’umanità e questi nuovi reperti storici trovati aumentano il potenziale turistico del nostro Paese.

Uno dei nostri obiettivi è quello di realizzare entro la fine del 2013 l’apertura di un Centro di Cultura Turco “Yunus Emre” a Roma. Questo Centro apporterà importanti contributi per la conoscenza della lingua e della cultura turca da parte della popolazione italiana. Dall’altra parte proseguono i lavori per l’apertura di una Università Turco-Italiana in Turchia. Il nostro obiettivo è quello di assicurare una maggiore conoscenza e comprensione reciproca delle giovani generazioni. Anche il Progetto Erasmus dell’Unione Europea fornisce importanti opportunità per uno scambio ed un incontro tra i giovani di ambedue i Paesi.

La popolazione italiana dimostra un crescente interesse nei confronti della Turchia dal punto di vista turistico. Nonostante la crisi economica nel primo trimestre del 2011 il numero dei turisti italiani in Turchia ha registrato un incremento del 30,4 %. Penso che con l’avvio dei nuovi voli delle Linee Aeree Turche da Torino, Genova e Napoli, oltre a quelli già esistenti da Roma, Milano, Bologna e Venezia, un maggior numero di italiani da diverse regioni dell’Italia avranno la possibilità di conoscere le bellezze impareggiabili del nostro Paese.

Si parla di un ingresso a breve della Turchia nell’ Unione Europea, specie se si superano alcuni ostacoli. Come ha immaginato il grande ruolo che il Suo Paese può svolgere anche a livello mondiale ?

La perseveranza del nostro Paese nel proseguire sulla strada dell’integrazione nella UE continua ad essere la principale priorità della politica estera turca. Malgrado le difficoltà che vengono poste di tanto in tanto, manteniamo il nostra credo e la decisione per l’integrazione. Questo perchè il nostro popolo ha sempre assimilato i valori universali di democrazia, diritti umani e superiorità della giustizia. Divenire membro dell’UE è una scelta intelligente per il popolo turco. Non può essere accettata dal nostro popolo nessun’altra alternativa alla strada che abbiamo intrapreso per divenire membro effettivo.

L’allargamento della UE e’ il naturale completamento dell’integrazione Europea ed è un risultato inevitabile degli sviluppi globali. Divenire il membro della UE per la Turchia è un tassello di tale processo ed è un risultato della propensione alla modernizzazione del nostro paese. In realtà i progressi nei vari settori, principalmente lo sviluppo economico della Turchia negli ultimi anni, rende evidente il valore aggiunto che il nostro paese può dare all’UE. Il nostro stato, di paese che riceve immigrazione dall’Europa, è uno degli esempi del cambiamento sorprendente della Turchia.

Crediamo che l’Unione si fortificherebbe di più con l’adesione della Turchia. L’adesione della Turchia alla UE è la risposta alle problematiche globali che oggi affrontiamo ed è una dimensione della sintesi che comprende tutte le possibilità. Una UE che incorpori la Turchia, sarebbe allargata non solo geograficamente ma anche dal punto di vista della prospettiva globale ed inoltre avrebbe colto l’occasione di poter utilizzare le sue potenzialità al fine di divenire una forza globale.

Nella storia la Turchia si è sempre trovata in un importante crocevia di rapporti internazionali di politica, economia e cultura. Tale posizione strategica ha dato al nostro paese un particolare bagaglio di esperienze e la possibilità di guardare ad ogni questione con una visone allargata e cumulativa, senza fare differenze tra Est-Ovest oppure Nord-Sud. Tale particolarità della Turchia nell’ epoca attuale, ove si cerca una dimensione nuova e unitaria del mondo, assume maggiore significato. La Turchia si trova nel centro della realtà geo-poitica di Africa-Europa-Asia, che probabilmente è la zona in cui tutte le opportunità ed i rischi internazionali si intrecciano in modo massiccio. In aggiunta a tale sua posizione e le sue applicazioni dinamiche, la sua visione multi-dimensionale di politica estera e la sua performance economica, la Turchia gioca un ruolo particolare e di precursore, affinchè le opportunità superino i rischi e si individuino soluzioni condivisibili di collaborazion . I contrıbuti della Turchia sono validi non solo per i classici sforzi  a favore della sicurezza ma anche per favorire ulteriormente lo sviluppo economico, diffondendo una buona amministrazione, fondata sui diritti umani e sulla superiorità della giustizia, pilastri che rappresentano una dimensione imprescindibile per la stabilità nella nostra epoca.

La Turchia è un paese responsabile del quale vengono ascoltate le opinioni nei riguardi di avvenimenti globali, intuisce in anticipo gli sviluppi degli avvenimenti, prende precauzioni per tali sviluppi, produce soluzioni alternative. Abbiamo dato molteplici segnali di essere pronti ad ogni sforzo per la soluzione dei problemi nella nostra regione, tramite la politica estera turca ispirata al principio di “zero problemi con i vicini” , politica adottata e trasformata in azioni concrete. In tale contesto possiamo fornire come esempio il contributo che abbiamo dato al Processo di pace nel medio Oriente, il Processo triplo di Afghanistan-Pakistan-Turchia, i nuovi meccanismi di dialogo messi in atto nei Balcani. La Turchia è consapevole che anche lo sviluppo e il benessere migliorerà se è presente la stabilità e la pace intorno a sè. In effetti questo è uno degli elementi fondamentali della politica estera proattiva turca.

La Turchia, in seguito alla conclusione positiva del suo mandato come membro del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che ha assunto nel biennio 2009-2010, si è candidata anche per il 2015-2016. Inoltre il nostro paese ha anche assunto il ruolo di Presidenza di Turno della Consiglio Europeo dal Novembre 2010 al Maggio 2011.

Sulla vicenda Libia la Turchia può svolgere per la tradizionale amicizia con il mondo arabo e con quello nordafricano un ruolo importantissimo. Dopo l’emissione del mandato di cattura internazionale contro Gheddafi  che cosa vuol fare concretamente il Suo Paese (e S.E. personalmente in quanto Ambasciatore in un Paese vicino all’altra sponda del Mediterraneo)?

Secondo la risoluzione 1970 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, il Procuratore capo della Corte Penale Internazionale Moreno-Ocampo ha avviato un’indagine il 3 marzo per gli avvenimenti avvenuti in Libia dal 15 febbraio 2011.

Il Procuratore Ocampo, nella sua conferenza stampa organizzata il 16 maggio 2011, ha dichiarato di aver chiesto di emettere un mandato di cattura internazionale per crimini contro l’umanità nei confronti di Muammar Gheddafi, del figlio Saif al Islam e del capo dei servizi libici Abdullah al Senoussi. È attesa per le prossime settimane la decisione della Pre-Trial Chamber sull’emissione del mandato di cattura per le suddette persone. Noi, la Turchia, sosteniamo che le decisioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU vengano applicate.

I popoli della Turchia e della Libia hanno rapporti di fratellanza profondamente radicati che durano da secoli. Continuiamo a seguire da vicino gli eventi che si svolgono in Libia dal 15 febbraio 2011. La Turchia fa del suo meglio affinchè venga superata la crisi in Libia senza ulteriori perdite di vite umane e appoggiamo gli sforzi della comunità internazionale in questa direzione. Riteniamo che per trovare una soluzione duratura alla crisi libica, possa essere la base per gli sforzi di politica internazionale la “road map”, preparata in seguito ai nostri contatti con i membri della comunità internazionale e delle parti interessate in Libia, basato su un vero “cessate il fuoco” in Libia, sulla creazione di regioni sicure che possano garantire ininterrottamente il flusso di aiuti umani e sull’avvio di un processo di cambiamento politico al fine di instaurare una democrazia costituzionale.

Il nostro presidente Napolitano in questi giorni in Israele ha proposto l’elezione a rango diplomatico di Ambasciatori dei rappresentanti dell’Autorità Palestinese. La Turchia può rappresentare oggi l’unico Paese a poter dare un contributo determinante (assieme all’Italia) per la soluzione del problema palestinese. Lei cosa ne pensa?

La Turchia sostiene la giusta causa dei palestinesi per uno stato indipendente e sovrano con Gerusalemme Est come capitale. Appoggiamo il fatto che venga raggiunta una soluzione per cui la Palestina e Israele, come due stati sovrani, possano vivere fianco a fianco in pace dentro confini riconosciuti e sicuri.

In questo contesto, cogliamo con piacere l’accordo tra Fatah e Hamas anche se in ritardo. Questo accordo è stato l’unico sviluppo positivo nella nostra regione da tanto tempo. Così anche il processo di pace avrà una base sana.

Le dure dichiarazioni degli alti funzionari israeliani mostrano, in realtà, che l’accordo raggiunto aumenta la pressione su Israele. La reazione di Israele mette in evidenza anche il fatto che mentiva circa le rivendicazioni sulla mancanza di un partner nel processo di pace. 

 Il fatto che non si sia potuto andare avanti nel processo di pace a causa dell’atteggiamento intransigente di Israele, spinge i palestinesi a creare il loro proprio paese. Al fine di potenziare la capacità istituzionale dello stato palestinese, il piano biennale condotto dal Primo Ministro Fayyad ed apprezzato dalla comunità internazionale, sarà completato con successo alla fine di agosto. Quindi è probabile che i palestinesi portino all’ordine del giorno le loro richieste di riconoscimento come Stato all’Assemblea Generale delle nazioni unite che si svolgerà in settembre.

Nella lotta per l’onore del popolo palestinese, la posizione della comunità internazionale riguarda anche la reputazione di tutti noi.

Nella zona di libero scambio (con oltre un miliardo e mezzo di abitanti) che ruolo possono giocare Italia e Turchia nello sviluppo economico, sociale e politico di questa grande area?

Di fronte ai Paesi che si trovano nell’area di libero scambio dell’ UE e nel Mediterraneo, alcuni dei quali sono influenzati gravemente dagli sviluppi della primavera araba, una volta che il vento che ha scosso la regione si sarà placato (non importa quale sia la situazione che ne verrà fuori) emergeranno le serie richieste economiche e sociali degli Stati coinvolti, che devono essere affrontate insieme ai problemi di sviluppo e a cui bisogna dare risposte immediate. I popoli arabi vogliono che si crei una struttura politica e sociale che permetta loro di esprimersi di più;  sentono la mancanza di un modello economico che aumenti il livello di benessere nell’ambito delle regole del libero mercato e assicuri la loro integrazione con il resto del mondo. L’Italia e la Turchia, due importanti potenze del Mediterraneo, hanno caratteristiche e strumenti diversi e importanti che possono essere usati insieme per essere d’aiuto a questi popoli per il loro sviluppo. Credo che la sinergia creata dall’economia avanzata dell’Italia, la sua posizione potente nell’UE e la sua tecnologia, insieme alla popolazione di maggioranza musulmana della Turchia in qualità di paese candidato all’UE, la sua democrazia radicata, il suo potere politico ed economico in crescita in senso regionale e mondiale, e le sue opportunità di accedere facilmente alla vita sociale e culturale dei paesi della regione, offra infinite occasioni concrete in diversi campi per sostenere lo sviluppo di una zona di libero scambio tra l’Ue e il Mediteranneo. 

Il caffè è finito e le domande importanti sono state  parecchie. Data la simpatia e la cordialità dell’Ambasciatore Akil, avanzare un’ultima domanda, quasi personale, ha permesso di coronare al meglio quest’alto esempio di incontro internazionale:

Sua Eccellenza, quali sono le sue opinioni sull’Italia? Come Paese, s’intende.

“Prima di diventare Ambasciatore qui a Roma, sono stato turista in Italia per quattro giorni. È chiaro, seguivo dalla Turchia la situazione politico-economica del Paese, quindi non mi sono sorpreso di nulla.

Anzi, di una cosa sì: la sorpresa più grande è stata capire quanto la Turchia e il suo popolo siano amati in Italia. Con molti altri Paesi la Turchia intrattiene rapporti difficili, così come succede ad ogni nazione in fondo. Con l’Italia invece è tutto diverso, piacevolmente diverso.

Adesso ho capito perché i diplomatici litigano molto per ottenere la nomina di Ambasciatore a Roma: la vita è bella, le persone calorosissime. Per non parlare della cucina: i miei tre chili in più parlano per me!

E poi il vino. Avendo studiato a Bordeaux, conosco il prestigio delle cantine francesi, però devo dire che il vino italiano è migliore, decisamente migliore di quello francese!

 

Elisa Cilia

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