È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
ROSARIO CROCETTA PRESIDENTE
23 Ago 2012 15:30
La Sicilia ha bisogno di cambiamento urgente, contro il declino morale e politico. E’ essenziale ripartire con concretezza e speranza. Dobbiamo superare la frammentazione esistente che ha prodotto l’isolamento della nostra regione, l’atomizzazione della società siciliana e un clientelismo diffuso nel governo di tutte le articolazioni amministrative regionali.
Ricostruire la speranza è l’unico vero antidoto ai nostri mali, significa passare dall’economia e dalla società dello scambio e dei diritti all’economia e alla comunità della solidarietà e della reciprocità.
Per superare la sfiducia diffusa nei confronti delle istituzioni e della politica bisogna innovare la classe politica fortemente compromessa con interessi mafiosi e oramai totalmente estranea ai bisogni dei cittadini. Pensiamo che le forze politiche e sociali sane della nostra regione debbano assumere un nuovo protagonismo e sollecitare un autentico rinnovamento che introduca nel dibattito elettorale delle regionali temi fondamentali su cui è necessaria un’autentica stagione di riforme.
Fondamentale è iniziare un percorso partecipato che punti alla stesura di nuove norme in tutti i settori fondamentali del governo regionale.
Si tratta di un progetto ambizioso perché si fonda su un inedito coinvolgimento orizzontale dei siciliani. Affiancare alla democrazia rappresentativa una istituzionalizzata democrazia partecipativa dal basso.
Siamo certi che Rosario Crocetta presidente possa essere garante e animatore di questo percorso. Dalla Sicilia si deve levare una voce di cambiamento radicale e di rottura con tutti gli schemi clientelari che hanno forgiato le politiche degli ultimi governi regionali.
A Rosario Crocetta chiediamo di interpretare con forza questa metamorfosi politica a partire dal progetto e dalle linee programmatiche per la costruzione di una nuova Sicilia.
L’urgenza è dotarsi di una solida e duratura politica industriale e della ricerca capace di incidere fin da subito sui vari segmenti industriali in crisi. Servono profonde riforme nella formazione e nei sistemi infrastrutturali strategici: difesa del suolo, energia, mobilità, acqua, rifiuti, servizi eco-sistemici, servizi a rete con lo sviluppo della banda larga, l’apertura dell’aeroporto di Comiso, l’ammodernamento del sistema ferroviario siciliano.
Queste scelte possono contare su analoghe politiche anche europee e devono stimolare una riforma del sistema creditizio siciliano in grado di combattere l’accumulazione passiva, di dare strumenti anche alle politiche pubbliche, di distinguere nel sistema il ruolo di raccolta e difesa del risparmio da quello d’investimento per sostenere gli investimenti delle imprese, degli enti locali, delle famiglie e dei giovani.
Va avviata una riforma generale dello sviluppo. Il ruolo del pubblico è sempre più strategico e funzionale alla regolazione e alla programmazione, ma va sburocratizzato nelle procedure e vanno eliminate sovrapposizioni di competenze. La ricostruzione è connessa da una riforma generale dello sviluppo e la “green economy” indica molte delle politiche indispensabili per il rilancio dell’economia reale, dell’industria e dell’agricoltura, indica la via per la trasformazione del sistema energetico, della mobilità e dei servizi a rete, incide positivamente sulle economie locali, sulla valorizzazione delle eccellenze e tipicità regionale, tutela i beni comuni come l’acqua e il paesaggio, valorizza i beni artistici e culturali.
Interi Segmenti economici potranno essere sollecitati e incentivati all’innovazione con il conseguente incremento dell’occupazione e della competitività. E’ giunto il momento di riformare il PEAR definendo piano decennale regionale per l’efficienza energetica, superare gli obiettivi attuali e adeguarli a quelli europei indicando le priorità nel piano di produzione energetica regionale per programmare il fabbisogno e il passaggio nei prossimi 20-30 anni dalle fonti fossili (carbone, petrolio, gas) alle fonti rinnovabili (solare, eolico, biomasse) tutelando i terreni agricoli e il paesaggio. Si stima la crescita di occupazione per oltre 5.000 occupati nel prossimo decennio. Favorire nella transizione l’uso del gas è strategico ma vanno diversificate le forniture e bisogna fermare le trivellazioni off shore in quanto prive di una reale verifica strategica di rapporti costi benefici. A ciò va abbinato un programma regionale di formazione giovanile per professioni collegate al nuovo sistema energetico, secondo l’UE entro il 2015 occorreranno almeno 2,5mln, ora sono disponibili poco più di 1mln: predisporre la formazione professionale per i giovani con master post diploma e per lavoratori attraverso le categorie professionali.
E’ indispensabile sostenere i percorsi virtuosi e l’idea di città siciliane sostenibili; essi sono centri di innovazione ecologica e produttiva per la qualità sociale e della vita: definizione di una politica regionale per le città (grandi, medie e piccole) su strategie innovative. Così come è improcrastinabile realizzare dopo quarant’anni la riforma urbanistica per il governo del territorio e una programmazione di qualità introducendo i principi di riduzione del consumo del suolo e dell’inquinamento, di recupero delle materie: mobilità sostenibile, servizi ecologici (rete idrica, rifiuti, energia rinnovabile, verde urbano) e dell’efficienza energetica degli immobili; definire nell’immediato una norma regionale sui meccanismi di perequazione. In questo quadro dovranno essere utilizzati strumenti e finanziamenti per “social housing” per il diritto alla casa per giovani coppie, anziani, studenti e lavoratori immigrati che hanno bisogno di abitazioni con un affitto accessibile.
Una priorità per il fragile territorio siciliano è la sua messa in sicurezza e la difesa del suolo da programmare come la più grande opera pubblica: semplificazione e sburocratizzazione della governance, piani di manutenzione e prevenzione del rischio, piani di sicurezza antisismici su edifici e ridislocazione di quelli a forte rischio.
La Sicilia deve orientarsi senza tentennamenti nella direzione del governo pubblico del sistema idrico per tutelare il bene comune acqua e per garantirne il diritto: forte ruolo del pubblico nella programmazione del sistema idrico integrato (qualità e quantità, reti efficienti di distribuzione e di fognature, depurazione e riuso), istituzione di una agenzia di regolamentazione e di controllo su tariffe, qualità del servizio e sulla trasparenza nelle gare superando il criterio del massimo ribasso; presenza decisionale degli enti locali negli ATO (ambiti territoriali ottimali) e assunzione di un “codice di partecipazione” degli utenti e delle associazioni sindacali e di categoria;
e infine un modello di società del riciclo dei rifiuti determina l’attivazione di un nuovo segmento industriale: progettazione delle merci, raccolta, riuso, trattamento, trasformazione in nuova materia prima da utilizzare nei cicli industriali produttivi all’interno di “distretti industriali del riciclaggio” da realizzare anche in Sicilia in cui le forze economiche pubbliche e private su obiettivi pubblici definiscono la programmazione del riuso, del riciclaggio e della commercializzazione delle materie prime seconde; superamento delle discariche e ridefinizione della programmazione del recupero energetico;
Occorre liberare il sistema sanitario siciliano dal ramificato sistema clientelare e affaristico-mafioso per restituire agli enti locali, ai cittadini e al personale sanitario il controllo dal basso delle Aziende sanitarie locali finalizzato alla garanzia di un diritto alla salute capillare efficiente e diffuso.
Nel nome di Pio La Torre infine va rilanciata l’idea di una Sicilia protagonista in un mediterraneo di pace contro la militarizzazione del territorio rappresentata del MOUS di Niscemi la cui implementazione va fermata senza indugi.
Su queste linee si fonda il progetto per la Sicilia 2012-2017 è dentro questo percorso vogliamo coinvolgere forze ed energie nuove interne ed esterne al Pd per far vivere nei territori quest’idea di cambiamento che con Rosario Crocetta sia capace di riaccendere la speranza e riaprire il futuro per i siciliani.
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