ROBERTO NOBILE – ATTORE

Nato a Verona, vive a Ragusa fin dall’infanzia. Attore, scrittore, sceneggiatore, regista, è  artista completo e versatile.  Dopo la laurea in lettere nel 1973 all’Università di Messina, segue  un biennio al DAMS di Bologna. La sua attività teatrale inizia nel  1980  seguendo corsi alla “Comuna Baires” di Milano, al “Teatro del tamburo” di Genova,  e presso il “Roy Hart theatre” di Malerargues   in Francia. Studia anche  “Il cunto siciliano” con Mimmo Cuticchio, l’arte del clown presso la “Scuola di circo” dei fratelli Colombaioni e segue seminari e scambi di tecniche con vari gruppi teatrali in Italia ed all’estero. Dal 1980 al 1985 lavora  a Genova presso l’0spedale psichiatrico, interagendo teatralmente con i degenti. Nel capoluogo ligure fonda la compagnia di commedia dell’arte “Sentimental circo”,con la quale gira l’Europa alla maniera dei comici di memoria felliniana, con il cappello in mano dopo ogni spettacolo. Nel 1986 si trasferisce  a Roma, iniziando la sua carriera  nel cinema ed in TV.     Il cinema lo vede  protagonista in numerosi film, diretto da importanti  registi italiani, come Tornatore, Moretti, Amelio, e stranieri , come Loach, Kiarostami, Marshall. Ricordiamo fra gli altri    Terra Matta,   Habemus Papam, Nine,Caos Calmo, Tickets, La Stanza del Figlio, La Scuola, Il Giudizio Ragazzino, Caro Diario, Stanno tutti bene, Porte Aperte, Il castello con 40 cani, Festa di Laurea.

La Tv lo lancia al grande pubblico nel Distretto di Polizia, In Montalbano, Don Matteo,  Una Grande famiglia, I Borgia 2,Bentornato Nero Wolfe, Amanda Knox, La Provinciale, Luisa San Felice, Il Mistero nel Cortile, Ultimo, Zen ,Un giorno Fortunato, il caso Braibanti.

Come sceneggiatore vince il premio Amidei  per la migliore sceneggiatura 92-93 nel film “Le amiche del cuore” di Michele Placido, ed il premio della critica cattolica al festival di Venezia in “S. Stefano” di Angelo Pasquini.    Ha  scritto testi per il teatro e pubblicato romanzi e racconti, fra cui da ultimo nel  2012 “L’OSPEDALE DELLA LINGUA ITALIANA, dove le parole usurpate dalle omologhe americane trovano cura e conforto” 

                                                      

 

 

 

 

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