Rivolta dei detenuti nel carcere di Ragusa: personale esausto, scatta lo stato di agitazione

Ancora tensione nella Casa Circondariale di Ragusa, teatro nella scorsa notte di una nuova rivolta. L’allarme è scattato poco dopo l’una quando un detenuto, insoddisfatto della diagnosi medica ricevuta, ha chiesto di essere trasferito in ospedale. Il rifiuto del medico ha innescato proteste che hanno coinvolto circa quaranta reclusi, tra lanci di oggetti, bombolette di gas e indumenti incendiati.

Per riportare la calma all’interno della struttura, è stato necessario richiamare personale libero dal servizio, con una risposta massiccia: circa 30 unità hanno garantito il primo turno mattutino dopo aver passato la notte a fronteggiare la rivolta. Il personale di Polizia Penitenziaria, già in sofferenza, ha dichiarato lo stato di agitazione per le condizioni critiche della struttura.

La casa circondariale di Ragusa, in funzione dal 1935 e classificata come istituto di terzo livello, presenta una capienza regolamentare di 170 posti ma ospita attualmente circa 210 detenuti, tra cui 14 con problemi psichiatrici seguiti solo saltuariamente. Il personale in servizio è di 68 unità su 95 previste, con un previsto invio di sette nuovi agenti a fine ottobre che non rappresenterà un incremento reale, ma sostituzione di unità in congedo o pensionamento.

Secondo la FNS Cisl Ragusa-Siracusa, la situazione è aggravata dal mancato pagamento del FESI da circa cinque mesi e dall’impossibilità di usufruire del congedo ordinario accumulato. La segreteria denuncia inoltre l’alto rischio di nuove rivolte a causa della presenza di detenuti “specializzati” in proteste violente.

“Chiediamo attenzione immediata dell’Amministrazione centrale e locale, più personale e condizioni di lavoro dignitose per garantire sicurezza e ordine – dichiarano i sindacati –. La Casa Circondariale di Ragusa non può continuare a operare in queste condizioni”.

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