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RITORNANO GLI APPUNTAMENTI AIF AL FESTIVAL DEL CINEMA DI FRONTIERA DI MARZAMEMI
27 Lug 2013 12:10
“La Tonnara” di Marzamemi ha ospitato il primo dei tre appuntamenti fortemente voluti dai responsabili AIF all’interno del 13° Festival del Cinema di Frontiera come tradizione ormai da diversi anni. Una presenza, infatti, quella dell’Associazione Italiana Formatori che da ben 7 anni offre spunti di riflessione “altri” e “alti” ai numerosissimi visitatori che si recano nella frazione marinara pachinese per godere di una location singolare e avere la possibilità di conoscere nuove realtà legate al cinema, al cortometraggio, ai documentari.
“La proposta AIF per Marzamemi – afferma Umberto Iacono, responsabile storico della presenza del mondo della formazione al festival – vuole infatti incuriosire e far scaturire delle riflessioni legate alla formazione per adulti e comunque lungo l’arco della vita. Il mezzo audiovisivo e filmico è da tempo uno strumento privilegiato all’interno della formazione e AIF dedica due momenti di elevato spessore: uno all’interno della biennale di Venezia e uno nel corso del ForFilmFest di Bologna. La settima edizione si terrà dal 21 al 23 novembre e avrà come tema principale “Fighting ignorance”.
A dare il benvenuto ai numerosi spettatori, convenuti a “La Tonnara” per il primo dei tre appuntamenti nello spazio “Lampi sul mediterraneo”, sono stati Umberto Iacono, il regista Marcello Sannino, il direttore artistico del Festival, Nello Correale, e la giornalista Stefania Garrone che, dopo una breve presentazione delle motivazioni della presenza AIF all’interno del Festival e della scelta del docufilm “La Seconda Natura”, hanno lasciato spazio alle immagini per ritrovarsi a dialogare insieme a fine proiezione.
Tra gli spettatori, attenti ed interessati, numerose le presenze provenienti da altre nazioni europee a conferma di una reputazione forte e radicata del Festival al livello internazionale. “Un Festival che nasce “Internazionale” quello di Marzamemi perché costretti da una contingenza anomala – afferma Nello Correale direttore artistico del Festival. Quando 13 anni fa ho proposto ad alcuni amici norvegesi e svedesi la mia idea di realizzare un Festival speculare al loro, ma nel posto più a sud d’Europa, cioè Marzamemi, ci siamo scontrati subito con alcuni problemi. Le case di distribuzione italiane non ci avrebbero mai dato le loro pellicole e si sarebbe anche posto il problema di dove far recapitare le “pizze” visto che non esisteva nemmeno un ufficio postale. Paradossalmente è stato più semplice far arrivare film dal resto dell’Europa, seppur in lingua straniera e senza sottotitoli. Ecco perché il Festival di Marzamemi è così conosciuto ed apprezzato all’estero mentre, fino a qualche anno fa, molta gente dei dintorni ne sconosceva l’esistenza – conclude Nello Correale”.
Il documentario “La seconda natura” di Marcello Sannino” è dedicato al moderno mecenate Gerardo Marotta, avvocato giacobino Fondatore dell’Istituto italiano per gli studi filosofici. Dopo i numerosi no che l’avvocato Marotta ha riservato alle proposte di realizzare un ritratto sulla sua prestigiosa figura è arrivato il sì alla perseveranza del regista Marcello Sannino, che pedina l’avvocato Marotta dal 2004. Sannino, filmmaker porticese classe ’71, esponente zavattiniano del cosiddetto cinema del reale, desidera da tempo realizzare un ritratto del fondatore dell’Istituto italiano per gli studi filosofici a Palazzo Serra di Cassano. Il risultato finale, dopo un centinaio di ore di registrazione, è una lunga intervista arricchita dallo stile da narratore scientifico del reale del regista e sceneggiatore Sannino. Il montaggio è affidato ad Aurelia Longo, la musiche sono di Riccardo Veno, la fotografia è di Sannino e Sebastiano Mazzillo, produce la cooperativa Parallelo 41. Sannino ha già alle spalle opere quali il pluripremiato “Corde”, sul pugile di Montesanto Ciro Pariso (premiato nel 2009 al Torino film festival, Bellaria, Salina docfest), e “L’ultima Treves” (2004), sullo sfratto della storica libreria da via Toledo.
“Il film prende le mosse dallo sfratto dei trecentomila preziosi volumi della biblioteca dell’85enne avvocato Marotta, trasferiti a Casoria – afferma il regista Sannino. Trecentomila volumi raccolti negli anni da destinare ad una biblioteca pubblica e che invece non hanno ancora avuto una giusta e meritata collocazione. In realtà allo sfratto in sé sono dedicati giusto pochi secondi. Il racconto fotografa una vita appassionata, lo spirito determinato ed impetuoso di un uomo artefice di numerose lotte, il suo pensiero filosofico, storico e politico legato alla città alla quale appartiene. Insiste molto sull’Italia e sulla occasione perduta di darsi uno “Stato” basato sul valore condiviso del bene comune. Mi sembrava fondamentale – continua Marcello Sannino – far emergere con forza il rigore della passione civile, impregnata di rettitudine, capacità di perseguire un obiettivo fino alle estreme conseguenze. Mi affascinava poi l’idea che in Marotta il privato sia da considerarsi pubblico, a dispetto di qualunque carica istituzionale.” Affascinante e lucida l’analisi e la spiegazione storica che Gerardo Marotta, intellettuale e filosofo di fama internazionale, riesce a dare della deriva culturale e del declino politico dell’Italia contemporanea.
Location del docufilm sono l’Istituto e la casa dell’avvocato (sempre visitata dai giovani studiosi che operano a Monte di Dio) e Parigi, dove Gerardo Marotta è stato premiato con la legion d’onore. E poi le immagini di repertorio delle Teche Rai e dell’Istituto Luce con un omaggio al filosofo Gadamer, al quale l’Istituto di Studi filosofici deve tanto.
“Delle 120 ore di girato – continua Sannino – il risultato è concentrato in sessantatre minuti, densi di spunti di riflessione ed idee, sollecitazioni e proposte. Il titolo, “La seconda natura” riprende una riflessione hegeliana per cui la seconda natura è quella a cui l’uomo deve tendere. Gli animali, le piante nascono e sono già quel che devono essere. Noi siamo gli unici esseri viventi che dobbiamo formarci per essere”. Un concetto che l’avvocato ripete spesso perché per lui è solo attraverso la filosofia che l’uomo si migliora, che assume una “seconda natura”.
L’avvocato giacobino ha dato e dà ancora tanto e ha anche ricevuto, oltre a tanti onori anche tante delusioni. A partire dalle promesse (soprattutto di finanziamento) mai rispettate, anche dallo Stato, per finire con lo sfratto dei libri. Ciò nonostante non è pessimista, perché diversamente a Napoli non avrebbe realizzato nulla; piuttosto è gramsciano. Di sicuro deve i suoi innumerevoli risultati all’ottimismo della volontà.
Cuore di tutto il suo pensiero: i giovani e la cultura, quella vera naturalmente, quella infarcita di filosofia. L’avvocato-filosofo lotta da oltre mezzo secolo per tutelare e promuovere un’idea di Cultura basata sulla conoscenza, il pensiero e il dialogo, unici strumenti attraverso i quali educare le giovani generazioni. Perché, come afferma l’avvocato Marotta, “non c’è pace senza cultura. La spontaneità è anarchia, dispersione. La rivoluzione si fa solo studiando.”
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