RISPOSTA AL PRESIDENTE DEL CORFILAC

E’ triste leggere quanto scrive il Presidente del Corfilac in risposta al nostro documento, comparso nei giorni scorsi sulla stampa. E’ triste perché la sue valutazioni sono lo specchio e lo spaccato del modo in cui chi ha ruoli importanti immagina di adempierli: ossia di non dire mai i fatti, evitando di descriverli per come sono avvenuti e  adottando il meccanismo della rimozione a gettone o della trasfigurazione ad libitum allorché essi vengono resi pubblici e rispecchiano le intenzionalità e la verità.

Per cui ci pare, senza tema di essere smentiti, doveroso ricostruire, in breve, il percorso, perché sono irricevibili, distorte e non veritiere le spiegazioni addotte e pubblicamente date dal Presidente.

Ebbene, nei due incontri avuti con il dott. Cosentini (del quale poniamo in evidenza l’eventuale sua incompatibilità a far parte del Comitato dei Corsorziati essendo anche il Direttore del Consorzio di bonifica n. 7 di Ragusa), uno in estate e l’altro nei giorni scorsi, è emerso come elemento prioritario di tutto il suo ragionamento intorno alla riorganizzazione dell’ente quello della necessità indifferibile della introduzione del ruolo del “direttore” all’interno della D.O., l’assenza del quale da Egli viene considerato come la causa maggiore del non perfetto funzionamento degli assetti. Quindi, nessuna esigenza di riorganizzazione dell’ente, come processo propedeutico all’eventuale rinnovo della durata del Corfilac, ci è stata proposta, semmai soltanto una lieve rivisitazione degli assetti tanto per giustificare le ragioni di una modifica della dotazione organica, con la previsione di questa figura di vertice e di coordinamento dei dirigenti. Per non dire che per noi non corre, al contrario di ciò che asserisce, nella sua risposta, il Presidente, alcuna correlazione di sorta tra il rinnovo temporale dello statuto e il possibile modello organizzativo.

Pertanto, contrariamente a quanto espresso dal Presidente, abbiamo colto bene le Sue intenzioni e quelle del consigliere con delega al personale, a tal segno che non ci viene difficile dubitare che l’attuale Comitato sappia quale prospettiva prevedere per il Corfilac, visto che nei tanti incontri e confronti mai è emerso, con chiarezza di pensiero e di visione, il ruolo che esso dovrà rivestire nel quadro complessivo di sviluppo del nostro territorio.

Ci sembra prevalere – purtroppo – la cultura del sottogoverno come misura di controllo della vita e delle finalità di questa infrastruttura.  Certo  essa non agisce solo da oggi, ma oggi ha assunto una connotazione più preoccupante, perché sprovvista di visioni e di progetto. Gestire oggi un bene collettivo e renderlo utile al territorio comporta uno spiccato spirito di abnegazione, l’impiego massivo del proprio tempo, un certo disinteresse e l’autenticità di missione, ragion per cui  riteniamo impossibile che l’attuale comitato possa intestarsi una sfida di tale importanza.

Richiamiamo quindi il Comitato ai suoi doveri, ovvero a darsi da fare, a darsi un piglio  propositivo, affrontando le vere e reali criticità dell’ente che hanno  priorità rispetto alla riorganizzazione da esso prospettata, smettendola col mero dimenarsi inutile. E chiediamo soprattutto al Presidente di essere più presente per governare l’ente, non lasciandolo alla mercé delle supplenze. Diversamente tolgano il disturbo……! troppo terreno abbiamo perso  in questo territorio per il fatto di essere in mano ad una classe dirigente che si colloca e ricolloca in funzione del prevalere dell’uno o dell’altro colore.

– Salvatore Terranova Segretario Confederale CGIL

– Mario Dipasquale Segretario provinciale UIL FPL

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