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RISCHIO SISMICO IN SICILIA, PARLANO GLI INGEGNERI ETNEI
10 Lug 2011 07:40
L’Ordine degli Ingegneri di Catania, presieduto da Carmelo Maria Grasso, si è riunito nelle giornate di ieri e oggi al President Park Hotel di Acicastello in occasione del convegno “La salvaguardia del patrimonio edilizio dal rischio sismico: criticità e prospettive”, organizzato in collaborazione con la Fondazione e il Dipartimento di Ingegneria civile e ambientale (Dica) dell’Università di Catania.
Obiettivo del convegno è presentare una proposta antisismica concreta per salvaguardare il territorio siciliano a rischio. Il documento, redatto e illustrato dal consigliere dell’Ordine e delegato Commissione Urbanistica Giuseppe Platania, punta l’attenzione sul fatto che «sono i privati gli unici possibili fautori dell’urgente e radicale messa in sicurezza degli edifici. Gli enti pubblici infatti non sono in grado di sostenere un tale sforzo economico, ma dal canto loro possono di certo agevolare le imprese in questo fondamentale investimento, che include anche una completa riqualificazione urbana e ambientale, dal punto di vista della qualità architettonica e dell’efficienza energetica». Si chiede quindi una legge efficace «per allineare la Regione Siciliana al resto dell’Italia; che istituisca e renda obbligatorio il “libretto del fabbricato” per garantire il monitoraggio e la manutenzione periodica e programmata sugli edifici, e soprattutto che modifichi l’attuale legge del Piano Casa, che non ha prodotto i risultati previsti».
In particolar modo, seguendo l’esempio del valido Piano Casa realizzato in altre regioni italiane, (come Veneto e Sardegna) l’Ordine chiede che si intervenga su: termini di scadenza, revisione dei bonus volumetrici, delocalizzazione in aree diverse, ammissione condizionata degli edifici oggetto di condono edilizio, recupero dei sottotetti nei centri storici, ampliamento e sostituzione edilizia nei centri storici, eliminazione della possibilità per i Comuni di limitare o escludere gli interventi.
Numerose le autorità e gli studiosi intervenuti: dal presidente della Fondazione Ingegneri Santi Maria Cascone, che ha sottolineato come «il rischio sismico è soprattutto un problema sociale e non tecnico» al direttore del Dica e docente di Idraulica Enrico Foti che ha parlato di prevenzione definendolo «l’affare più conveniente per la tutela di tutto e tutti».
Hanno preso la parola inoltre il dirigente del Dipartimento regionale della Protezione civile di Catania Giovanni Spampinato; il consigliere dell’Ordine e delegato Commissione Protezione civile Alfio Grassi; il consigliere dell’Ordine e componente del gruppo di lavoro del Consiglio Nazionale Ingegneri per la revisione della norme tecniche Luigi Bosco.
Presenti anche i massimi studiosi universitari del settore: il docente ordinario di Urbanistica Paolo La Greca e quello di Geotecnica Michele Maugeri; nonché gli associati di Scienza e Tecnica delle Costruzioni, Ivo Calò e Pier Paolo Rossi.
Il vicesindaco di Catania Luigi Arcidiacono ha dato voce all’amministrazione locale sottolineando la difficoltà di intervenire politicamente e giuridicamente sul pregresso, soprattutto per i centri storici, delineando piuttosto per il futuro la possibilità di usufruire di nuovi e più indicati strumenti amministrativi. Sono intervenuti infine i deputati regionali Nino D’Asero, Marco Forzese e Guglielmo Scammacca della Bruca, condividendo la proposta presentata dagli Ingegneri etnei.
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