RISCHIA DI DIVENTARE QUASI IRRIVERENTE

“La visita prevista per oggi dell’Assessore Russo, in provincia di Ragusa per inaugurare la Tac in dotazione all’ospedale di Scicli, l’Hospice al nosocomio di Modica e la banca delle emazia rare a Ragusa, rischia di diventare quasi irriverente. Si vuole mascherare dietro una operazione di facciata ciò che operatori ed utenti hanno percepito da tempo: un peggioramento dei servizi sanitari. L’allocazione a Ragusa di una delle tre sedi della banca regionale per gli emocomponenti di gruppo raro è certamente una iniziativa valida, ma i meriti vanno attribuiti alla sezione Avis di Ragusa, ai primi posti in ambito nazionale. Da quanto si apprende da notizie di stampa l’Assessore Russo presenterà, ma non attiverà, i Pta di Comiso e Scicli. I Presidi Territoriali di Assistenza sono stati previsti dalla legge di riforma sanitaria approvata dall’Ars e l’Assessore Russo farebbe bene ad impiegare il suo tempo per  attivarli al più presto. Inoltre, non sarà certamente una nuova Tac, strumento importante ma pur sempre e solo tale, a garantire il futuro del Busacca ed inoltre siamo curiosi di sapere con quale personale funzionerà l’Hospice di Modica, visto che già gli operatori sanitari sono sottoposti a turni massacranti e che malgrado il loro encomiabile impegno non sono dotati del dono dell’ubiquità. Se a tutto ciò aggiungiamo il forte ridimensionamento previsto per i nosocomi di Scicli e Comiso – dove saranno soppressi entrambi i Pronto Soccorso e dove i Laboratori Analisi funzionano solo dalle ore 8,00 alle ore 14,00 – il quadro complessivo appare nella sua gravità. Infine, la proposta di dotazione organica, redatta dall’Azienda Sanitaria Provinciale di Ragusa  sulla base delle linee guida dettate dall’Assessorato Regionale alla Salute, penalizza fortemente gli operatori del settore e non assicura i livelli essenziali di assistenza ai cittadini. L’organico previsto di 3396 unità lavorative, a fronte dei 3332 già in ruolo, delinea un futuro poco roseo per  circa 200 contrattisti, molti dei quali vantano una anzianità lavorativa nell’Azienda che oscilla fra i 15 ed i 20 anni e che da tempo assicurano il funzionamento di molti uffici. Nel comparto sanitario ed a Ragusa in particolare, stiamo assistendo ad una inversione di tendenza rispetto a quanto avviene in altri settori dell’Amministrazione regionale. Mentre in molte branche dell’Amministrazione regionale si procede, giustamente, verso il passaggio dal lavoro precario a contratti a tempo indeterminato, in provincia di Ragusa gli operatori sanitari sembrano costretti a continuare nell’incertezza. Tra l’altro il presunto risparmio sul personale, frutto dei tagli previsti, non sempre risulta tale anzi, può verificarsi l’esatto contrario. Diminuendo il numero degli ausiliari, per fare un esempio, non si è più in grado di garantire alcuni servizi che devono quindi essere esternalizzati con costi maggiori rispetto a prima. Credo, quindi, sia necessario ed opportuno concertare realmente con il territorio le decisioni da assumere, perché altrimenti si rischia di penalizzare congiuntamente operatori e cittadini”.

m.b.

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