È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
RINVIO A GIUDIZIO PER DANIELE E ERNESTO BONVENTO
19 Apr 2011 19:25
La Procura della Repubblica di Modica ha chiesto al Giudice dell’udienza preliminare il rinvio a giudizio per i delitti di illecita concorrenza con minaccia, detenzione di armi e falsità in scrittura privata. L’attività illecita di Bonvento Daniele e di Bonvento Ernesto è stato oggetto delle indagini, coordinate dal Procuratore capo Francesco Puleio e dal sostituto Procuratore Gaetano Scollo e sono state eseguite dai Carabinieri di Pozzallo.
Entrambi nella qualità di titolari e gestori delle ditte “Onoranze Funebri Bonvento Daniele” e “Agenzia Funebre Padre Pio di Bonvento Daniele”, con sede entrambe a Pozzallo (RG), compivano atti di illecita concorrenza con reiterate minacce consistite nell’avere recapitato (in data prossima al 19 febbraio 2010) presso l’abitazione di C.G., legale rappresentante della “omissis s.n.c.” una busta per posta gialla priva di mittente e di timbro postale contenente 2 cartucce. Inoltre in data 20 febbraio 2010 presso l’abitazione di T.D., operaio dipendente della suddetta ditta “omissis s.n.c.”, è stato recapitata un’altra busta per posta gialla contenente l’avvertimento “NUN TI MOVIRI STATTI RA CASA E VADDITI”, contenente a sua volta una cartuccia per pistola.
L’11 marzo 2010 a C.G. e T.D. sono state inviate due ulteriori buste contenente altre due cartucce per pistola. Oltre a questi atti, Bonvento Daniele nel tentativo di mettere in cattiva luce l’operato della ditta concorrente e la sua immagine imprenditoriale, dopo avere formato e/o alterato il contratto di appalto tra la D.P. e la Società Marinara di mutuo Soccorso, aggiungendo in calce delle note apocrife mediante incollatura di una nota prestampata, così da modificare i termini dell’accordo, faceva uso dell’atto così falsificato e lo indirizzava ai familiari di alcuni defunti.
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