RINASCE “I SICILIANI”, LA RIVISTA ANTIMAFIA DI PIPPO FAVA

Nel novembre del 1982 esce il primo numero del mensile “I Siciliani”. Era una rivista contro la mafia. Il direttore era Pippo Fava. Ma si sa, chi lotta per la giustizia e la verità fa paura a quelli di Cosa Nostra. Chi ne parla è fastidioso. Così due anni appena dopo lo fanno tacere, per sempre.

E’ una storia già sentita, Peppino Impastato poco tempo prima aveva fatta la stessa brutta fine. Gridare che la mafia è una montagna di merda non lo rendeva invulnerabile:  faceva di lui una persona coraggiosa, sognatrice, e purtroppo anche un po’ incosciente.

E Fava era come lui, desideroso di far conoscere a tutti la verità. Di denunciare i crimini, grandi e piccoli, affinché la sua Sicilia smettesse di essere in mano ai mafiosi e tornasse a essere dei siciliani.

La rivista di Pippo Fava però non è mai stata dimenticata, ed è di ieri la notizia che lo storico giornale dovrebbe rifare il suo debutto già dal prossimo Novembre in formato Pdf e da Febbraio 2012 nelle edicole dell’isola.

Uno dei grandi collaboratori del giornalista di Palazzolo, Riccardo Orioles ha annunciato ieri, in anteprima assoluta durante il “Festival del Giornalismo” di Modica, la riapertura del mensile “I Siciliani”. Il giornalista milazzese, nel corso del suo intervento all’interno della presentazione del libro “Mentre l’orchestrina suonava gelosia… crescere e ribellarsi in una tranquilla città di mafia” di Antonio Roccuzzo, non senza un filo di commozione ha reso pubblica questa notizia che già da qualche giorno sembrava trapelare dai suoi post sparsi per il web.

“E’ una cosa – ha detto Orioles – che nasce da due magistrati, Scidà e Castelli, e dal professor Nando dalla Chiesa. Io mi sono messo a loro disposizione. E’ una notizia enorme per me personalmente e speriamo che avvii il processo di rete che ho cominciato a portare avanti in questi anni”.

Una bella novità questa, uno schiaffo morale a chi crede che con la morte di una persona muoiano pure i suoi sogni: Pippo Fava non sperava solo che la mafia scomparisse. Lui sognava un mondo che fosse governato dalla verità, un mondo in cui la stampa fosse un mezzo per denunciare e  sminuire il potere della criminalità e per “realizzare giustizia e difendere la libertà”.

Rinasce la rivista “I Siciliani” e con lei tornano a rivivere le idee del suo direttore:  “Io ho un concetto etico del giornalismo. Ritengo infatti – diceva – “che in una società democratica e libera quale dovrebbe essere quella italiana, il giornalismo rappresenti la forza essenziale della società. Un giornalismo fatto di verità impedisce molte corruzioni, frena la violenza della criminalità, accelera le opere pubbliche indispensabili, pretende il funzionamento dei servizi sociali, tiene continuamente allerta le forze dell’ordine, sollecita la costante attenzione della giustizia, impone ai politici il buon governo.”

 

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