RIFLETTORI ACCESI SUL CASTELLO DI DONNAFUGATA

             Alcuni mezzi di informazione hanno dato spazio alla notizia del completamento dei lavori di restauro della facciata del Castello di Donnafugata, quest’ultimo definito “obiettivo prioritario di questa Amministrazione” dall’Assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Ragusa, Salvatore Corallo, il quale ha evidenziato l’intenzione di  procedere anche alla riqualificazione di tutto il viale di ingresso del Castello.

            Condivido pienamente questo proposito poiché un monumento viene valorizzato solo se lo si inquadra correttamente nel suo contesto e quest’ultimo deve presentare caratteristiche di pregio adeguate.

            Tuttavia, da operatore nel settore della valorizzazione dei beni culturali e del turismo, ben lungi dal voler fare polemica politica, ma semmai critica costruttiva, tanto più che nei primissimi mesi di vita dell’amministrazione pentastellata ho avuto modo di apprezzare personalmente la buona volontà del Sig. Corallo proprio nell’affrontare alcune tematiche concernenti il Castello, sento il dovere di evidenziare alcuni problemi e contraddizioni, con riferimento non tanto all’assessore in questione, ma all’Amministrazione nella sua globalità, anche al di là dei rappresentanti politici che la compongono.

            Innanzitutto, pur comprendendo benissimo le difficoltà di natura economica che sicuramente stanno alla base di questa scelta, non si capisce se, insieme al viale di ingresso, sussiste l’intenzione di completare veramente anche la facciata, poiché l’intervento di restauro ha riguardato solo la parte inferiore di essa con le due torri laterali, e non la sua totalità, con la spiacevole ed inevitabile conseguenza che il nuovo intonaco presenta una tonalità più calda e tendente al giallo, mentre la parte sovrastante la terrazza, comprendente i due piani superiori con il loggiato e non interessata dai lavori, è rimasta nel suo colore originale, invecchiato, più freddo e tendente al beige: solo il tempo e gli agenti atmosferici aiuteranno a dissimulare quello che nei fatti resta un intervento completato a metà, un po’ come una gentile signora che si reca dal parrucchiere per farsi tingere solo la ricrescita, anche se è comunque apprezzabile il tentativo di rendere il contrasto meno stridente, tramite la voluta riproduzione di un effetto di invecchiamento. A dirla tutta, alcune e ben note immagini d’epoca evidenziano come in tempi ormai lontani le torrette fossero prive di intonaco, ma evidentemente si è preferito soddisfare l’estetica e la memoria visiva collettiva, ormai abituata a questo status quo, scelta che ritengo opportuna.

            Dunque, se alcuni interventi significativi e i buoni propositi non mancano – si ricorda anche la recente acquisizione della collezione Arezzo di Trifiletti – tuttavia si evidenzia una certa contraddizione da parte dell’Amministrazione quando afferma di ritenere il Castello di Donnafugata un obiettivo prioritario, poiché nonostante sia ormai giunta l’estate, l’orario di apertura in vigore resta quello assolutamente inadeguato alle esigenze dei turisti e al clima – problema già denunciato da tempo – con l’ingresso che è possibile solo fino alle 17:30 e per di più solo il martedì, il giovedì e la domenica, mentre in una giornata come il sabato ci si ritrova il portone definitivamente chiuso in faccia già alle 13:00.

Anche nel pomeriggio di domenica 21 giugno – la foto è stata scattata intorno alle ore 18:40 –  tantissimi visitatori sono giunti al Castello dopo il poco comprensibile orario di chiusura, ignari della brutta sorpresa che li attendeva, e dire che le condizioni meteo non erano delle più promettenti. E come al solito, non sono mancate le lamentele, miste a un certo stupore.

La stessa foto mostra anche come con il sole ancora alto, i potenti riflettori siano già accesi – solo nella corte se ne contano almeno sette – con evidente spreco di energia: è così da mesi, esattamente da quando è entrata in vigore l’ora legale, poiché evidentemente nessuno si è preso cura di reimpostare il timer. Si tratta di una dimenticanza di importanza assolutamente secondaria, ma sintomatica dell’assenza di un referente diretto dell’Amministrazione, capace di toccare con mano la quotidianità del Castello di Donnafugata.

Infatti, una presenza più costante e diretta permetterebbe di comprendere che già da settimane l’ingresso dovrebbe essere consentito almeno fino alle ore 20:00 (più gli ormai consueti quarantacinque minuti successivi), se non tutti i giorni, quantomeno il venerdì, il sabato e la domenica, per poi prolungarsi oltre e interessando anche gli altri giorni nel pieno della stagione estiva, quando con le temperature elevate i turisti preferiscono il mare e in giro per i monumenti ci vanno nel tardo pomeriggio e la sera, come dimostrano le massicce presenze nei centri storici di Ibla, Modica e Scicli. E senza la necessità di doversi aggrappare al programma delle manifestazioni estive per giustificare le aperture serali, perché quelle manifestazioni dovrebbero rappresentare un plus e non la conditio sine qua non: il botteghino del Castello ne trarrebbe sicuro giovamento.

Non da ultimo, l’adeguamento dell’orario non potrebbe non andare di pari passo con un approccio diverso nella promozione turistica, ad iniziare dalla realizzazione di una segnaletica adeguata e di un sito internet dedicato: ma è possibile che ancora oggi per accedere a tutte le informazioni sul Castello di Donnafugata è necessario cercare un minuscolo e seminascosto link nella home page del sito del Comune di Ragusa, peraltro evidenziato soltanto da una miniatura a bassissima risoluzione!?

Se l’offerta non è adeguata alle richieste, il mercato turistico si rivolge altrove e si resta nell’ombra, anche se si dimenticano i riflettori accesi…

 

 

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