RIFLESSIONE DA “RECLUSI”….

Ecco alcune delle cose che abbiamo imparato nella sofferenza che condividiamo da un anno chiusi in una stanza molte ore. Che non importa quanto sia buona una persona, ogni tanto ti ferirà e per questo, bisognerà che tu la perdoni. Che le circostanze e l’ambiente hanno influenza su di noi, ma noi siamo responsabili di noi stessi. Che anche in carcere è possibile trovare veri amici. Anche noi stiamo pagando le conseguenze di ciò che abbiamo fatto. Che la pazienza richiede molta pratica. Forse Dio vuole che incontriamo un po’ di gente sbagliata prima di incontrare quella giusta, cosi quando finalmente la incontreremo, sapremo come essere riconoscenti per quel regalo. Quando la porta della felicità si chiude, un’altra si apre, ma tante volte guardiamo cosi a lungo a quella chiusa, che non vediamo quella che è stata aperta per noi. Ci sono momenti nella vita in cui qualcuno ti manca cosi tanto che vorresti proprio tirarlo fuori dai tuoi sogni per abbracciarlo davvero. Ci hanno insegnato che, sebbene reclusi, non siamo persone sbagliate, ma abbiamo fatto solo azioni sbagliate. Abbiamo imparato a capire dove stiamo andando più che ricordare da dove veniamo. Il miglior futuro è basato sul passato dimenticato, non puoi andare bene nella vita prima di lasciare andare i tuoi fallimenti passati e i tuoi dolori. Cari amici, pensiamo che le parole non cambiano la vita, ma un momento di riflessione possa sconfiggere la brutale sofferenza. Concludiamo sperando che queste parole da noi elaborate sulla nostra esperienza, o meglio sulla nostra sofferenza, riescano ad entrare nel cuore dei giovani come noi, pieni di gioia e di amore, e ci auguriamo che nessuno possa compiere gli errori da noi commessi. Vogliamo ringraziare la Direzione che ci permette di frequentare i corsi all’interno della casa circondariale, gli educatori che ci seguono e gli insegnanti per l’incoraggiamento che quotidianamente ci infondono.

 


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