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Riemerge relitto greco del VI secolo a.C. al largo di Ispica: sarà protagonista di un docufilm prodotto da Martin Scorsese. FOTO E VIDEO
16 Lug 2025 10:22
Un nuovo straordinario capitolo della storia del Mediterraneo riaffiora dai fondali al largo di Santa Maria del Focallo, nel territorio di Ispica. A sei metri di profondità, le ultime campagne di archeologia subacquea hanno portato quasi completamente alla luce un relitto greco arcaico, databile tra il VI e il V secolo a.C., in eccezionale stato di conservazione.
L’operazione è il frutto del lavoro congiunto tra il Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale dell’Università di Udine e la Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana, supportati dalla Capitaneria di Porto di Pozzallo e dalla società subacquea “3PSUB”.
Il relitto: una nave greca “su guscio”
I resti dello scafo, inizialmente nascosti da sabbia e massi, sono stati indagati a partire dal 2024. La nave, di tipo “su guscio”, è stata costruita con tavole collegate tra loro da mortase e tenoni, una tecnica che conferiva allo scafo un’elevata resistenza strutturale. La nuova campagna ha permesso di individuare elementi cruciali della sua architettura, tra cui il paramezzale e una ruota, elemento curvo della struttura, oltre all’albero maestro, un ritrovamento raro per navi di questa epoca.
Tra i reperti recuperati anche ceramiche a figure nere, un unguentario con incisa la parola greca “NAU” (nave) e un tratto di cima di bordo, straordinariamente conservato.
Le ricerche e il rilievo digitale
Le operazioni, condotte tra maggio e giugno, si sono svolte nell’arco di cinque settimane. Il team ha documentato i reperti con rilievi diretti e fotogrammetria, creando un modello tridimensionale del relitto. Le esplorazioni hanno interessato anche altri siti sommersi della zona, segnalati da Antonino Giunta, pescatore subacqueo locale che già in passato ha contribuito alla scoperta di importanti relitti.
Il progetto “Kaukana” e la visione di Tusa
Questa scoperta rientra nel Kaukana Project, nato nel 2017 dalla visione del compianto Sebastiano Tusa e del prof. Massimo Capulli, coordinatore delle ricerche. Il progetto punta alla ricostruzione del paesaggio sommerso tra le antiche città di Ispica, Kaukana e Kamarina, con l’obiettivo di mappare e studiare sistematicamente le testimonianze archeologiche lungo il litorale ibleo.
«Lo scafo è estremamente delicato – spiega Capulli – a causa dei molluschi xilofagi che lo hanno perforato, ma abbiamo potuto documentare nuove e importanti sezioni dell’imbarcazione. Ora ci attende un lungo lavoro di analisi in laboratorio per restituire voce a questa pagina di storia mediterranea».
Martin Scorsese produrrà un docufilm sul relitto
A dare ulteriore prestigio alla scoperta, la notizia che Martin Scorsese, attraverso la sua Sikelia Productions, co-produrrà con la Sunk Costs Productions il docufilm “Shipwreck of Sicily”, incentrato proprio su questo e altri relitti archeologici scoperti in Sicilia, come quelli di Marausa II, delle Colonne di Taormina, Gela II e Ustica. Le riprese per la sezione su Ispica si sono alternate alle fasi di scavo, documentando in tempo reale l’emozione della scoperta.





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