Riciclaggio: il tribunale dissequestra beni imprenditore funebre Di Stefano di Ragusa

A distanza di due anni e mezzo dal sequestro, avvenuto nell’agosto del 2017, il Tribunale di Ragusa, Sezione misure di prevenzione, ha rigettato la richiesta avanzata dalla Direzione Investigativa Antimafia di confisca dei beni, per un valore di circa tre milioni di euro, ed ha restituito tutto a Sebastiano «Roberto» Di Stefano, 61 anni, ragusano. Il Tribunale ha anche rigettato la richiesta di applicazione della misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale, con obbligo di soggiorno, avanzata dalla Dia di Catania il 15 dicembre del 2016. Tornano nella disponibilità di Di Stefano beni mobili ed immobili, conti correnti, polizze assicurative, quote societarie e quanto altro sequestrato.

Accolte in toto, quindi, le richieste dell’avvocato Gianluca Gulino, difensore dell’imprenditore. Nel dettaglio sono tornati al legittimo proprietario ed ai familiari dieci case e sei appezzamenti di terreno che si trovano a Ragusa, Santa Croce Camerina, Chiaramonte Gulfi e Comiso, otto automezzi e cinque imprese: «Croce Bianca Iblea di Distefano Sebastiano», «Centro Servizi Funerari di Distefano Fabio», «Centro Servizi Funebri srl» e «L’azzurra Onlus-Associazione di Volontariato» oltre alla «Agid srl» che opera nel settore della ristorazione ed a quote della «Aeroporto immobiliare e servizi», creata per occuparsi di parcheggi e autorimesse ma all’epoca del sequestro inattiva.

Tutte le aziende erano state affidate a curatori giudiziari per la tutela dei posti di lavoro e del valore delle attività. Per il Tribunale il patrimonio mobiliare ed immobiliare è stato accumulato in modo legittimo dall’imprenditore e dai suoi familiari nel corso del quindicennio esaminato dall’esperto nominato dai giudici. Per quanto riguarda la misura di sorveglianza è stata rigettata in quanto a favore dell’imprenditore ci sono la stabile attività lavorativa e la valutazione positiva della sua personalità fatta dal Tribunale di sorveglianza di Catania che lo ha ammesso all’affidamento in prova ai Servizi sociali nell’agosto del 2018 per un residuo di pena per reati commessi fino al 2009. contributo editoriale di Salvo Martorana

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