RICHIESTA DI CONVOCAZIONE CONSIGLIO COMUNALE DI SCICLI

Richiesta di convocazione del Consiglio Comunale ai sensi  dell’art. 9, comma 2 dello Statuto Comunale, e degli artt. 6 e 26 del Regolamento del Consiglio Comunale, avente  all’ordine del giorno  le reiterate richieste da parte di varie compagnie di permessi per la effettuazione di RICERCHE PETROLIFERE DA EFFETTUARE NEL MARE DEL RAGUSANO con particolare riguardo alla comunicazione giunta da ultimo dal Ministero dell’Ambiente al Comune di Scicli relativamente alla richiesta di VIA (valutazione Impatto Ambientale) avanzata dalla Transunion Petroleum E & P Spa .

 

                                        Con grande preoccupazione assistiamo alla ripresa di vigore di appetiti rivolti allo sfruttamento del territorio e del mare con modalità difficilmente conciliabili con il rispetto e la valorizzazione delle integrità paesistica e della salubrità ecologica.

Elementi, quelli della salvaguardia naturale, che non solamente condizionano la nostra qualità di vita, la nostra stessa  esistenza di esseri viventi, ma, non dimentichiamolo, rappresentano spesso fattori di rilevanza economica assai più consistenti dei giacimenti petroliferi quantitativamente e qualitativamente poco rilevanti, quali spesso sono quelli che si celano nel nostro sottosuolo.

Di fronte alla preoccupante indifferenza da parte delle Amministrazioni che a tali segnali non sembrano mostrare alcuna reazione, I sottoscritti consiglieri comunali richiedono al Sig. Presidente la convocazione urgente del Consiglio Comunale per una adunanza aperta , a cui invitare portatori di interessi, cittadini, deputazioni,  per discutere  assieme di tale delicato argomento. Il nostro auspicio è certamente che la stessa Amministrazione possa eventualmente ravvisare l’opportunità di tutelare i propri interessi attraverso la produzione di osservazioni o comunque di documentazioni utili a condizionare l’iter autorizzativo della o delle  eventuali concessioni.

                                                                                                                    I Consiglieri Comunali

                                                                             ALFIERI,CAUSARANO,FERRO,SCIMONELLO,VERDIRAME,VINDIGNI

RELAZIONE

Ci chiediamo se siano già sparite dalla memoria collettiva, oltre che da quella dei nostri governanti ed amministratori, le terribili immagini che nel 2010 ci giungevano dal Golfo del Messico. Eppure il disastro ambientale e quello economico, con la fine delle attività di pesca e turismo, che allora si determinò, è ancora tutto li: la natura avrà bisogno di alcuni secoli per smaltire i veleni depositatisi sui fondali ed essi continueranno a sprigionarsi ancora per lunghissimo tempo, compromettendo tutti gli ecosistemi ad ogni livello, sottomarino e di superfice.  Ben poco potranno i rimborsi miliardari richiesti, e solo in pochi casi ottenuti, da parte della BP, per risarcire le comunità locali di quanto hanno perduto per i prossimi decenni. Eppure queste comunità beneficiavano di royalties assai più generose rispetto a quelle richieste in Italia e in Sicilia alle compagnie petrolifere che, in verità, ristorano i territori sfruttati con delle briciole.

Nelle scorse settimane il Nostro Comune ha ricevuto dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, comunicazione di una istanza di valutazione di impatto ambientale relativa a ricerche petrolifere da effettuarsi nello specchio d’acque antistante il ragusano, oltre cinque miglia nautiche dalla costa su un area di poco meno di 500 Kmq, avanzata da parte della “Transunion Petroleum Italia S.r.l.”.

Nella richiesta è fatto esplicito riferimento alla tecnica esplorativa dell’ “air-gun” . L’airgun è una tecnica di ispezione dei fondali marini, per capire cosa contiene il sottosuolo. Si pratica mediante  spari fortissimi e continui, ogni 5 o dieci minuti, di aria compressa che mandano onde riflesse da cui estrarre dati sulla composizione del sottosuolo. Spesso, però, questi spari sono dannosi al pescato, perché possono causare lesioni ai pesci, e soprattutto la perdita dell’udito. Questo è molto grave perché molte specie ittiche dipendono dal senso dell’udito per orientarsi, per accoppiarsi e per trovare cibo.

In tutta Italia non si contano i misteriosi spiaggiamenti di delfini o altri cetacei disorientati – l’ultimo vicino Agrigento la settimana scorsa- le cui cause restano oscure ma che potrebbero essere dovuti a queste tecniche pericolose“.

Ci chiediamo se la nostra Amministrazione, chiamata in causa dal Ministero e dalla citata Srl , che ha anche provveduto ad effettuare i dovuti avvisi pubblici a mezzo stampa, così come lo sono state la Regione, le province di Ragusa e Caltanissetta, le Capitanerie di Porto di Gela e Pozzallo, i Comuni di Gela, Ragusa, Vittoria, Acate, Santa Croce, Modica e Pozzallo, non abbia ritenuto, in considerazione dei propri interessi economici prevalentemente orientati alla conservazione ed al rispetto del patrimonio naturale, di farsi in concreto parte attiva e protagonista, cercando anche il coinvolgimento degli altri enti territoriali, per opporsi a tale progetto e lanciare una campagna di allarme e sensibilizzazione sui gravi pericoli rappresentati da attività del tipo summenzionato.

Il Consiglio Comunale di Scicli ha recentemente adottato, su proposta della Amministrazione, l’adesione al Patto dei Sindaci. Quest’ultimo rappresenta la volontà da parte di questo Comune di voler fare proprio il dettato del Protocollo di Kioto che si propone, in tempi relativamente brevi, di abbandonare i combustibili fossili come carbone e petrolio destinati nel tempo a pregiudicare l’esistenza tanto del creato quanto dell’umanità, a compromettere tanto la natura quanto l’economia.

Vorremmo che l’adesione al Patto non si sostanziasse unicamente di attitudine burocratica ma si inserisse in un clima condiviso, da questa Amministrazione e dall’intera Città, di interesse attivo e cosciente per i temi dell’ambiente. Su tali questioni non si giocano solo i bagni estivi, oggi resi inquieti dalla ridda di notizie contraddittorie, con ARPA e ASP che rassicurano, Procuratori che allarmano e bagnanti che, quando non si ritrovano affetti da infezioni virali, si trovano comunque a constatare che il mare qualcosa di strano ce l’ha! Su tali questioni piuttosto si giocheranno i destini della qualità di vita dei nostri figli, e ancor più in concreto, la loro stessa possibilità di poter continuare a vivere, lavorare, realizzarsi nel territorio di origine.

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it