È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
REVISORI DEI CONTI E COMUNE
01 Set 2015 09:12
Comincia a tendersi anche il rapporto tra l’Amministrazione comunale e il Collegio dei revisori. E’ noto che la Sezione di controllo della Corte dei conti della Regione Siciliana, con un’Ordinanza, la n. 244/2015/PRSP, ha formulato una pluralità di quesiti allo scopo di stabilire, ove possibile, come riequilibrare i conti del Comune. In questo contesto il Sindaco e il Collegio dei revisori sono stati chiamati a collaborare. Non ho esperienza in materia, ma sento che solo con il controllo fitto e specialistico della Corte dei conti potremo sperare che qualcosa si aggiusti e la politica vada nella direzione dell’interesse generale.
Appena all’ertati, i revisori si sono premurati di esaminare il pre-consuntivo e la Relazione esplicativa che l’accompagna. Hanno individuato delle incongruenze che, per semplificare, definiamo errori e li hanno comunicati al Segretario generale, al Commissario ad acta, al Responsabile finanziario (che in atto è lo stesso Segretario generale), all’Assessore al Bilancio, al Sindaco e al Presidente del Consiglio. Le incongruenze riguardano i tanto declamati, negli ultimi due mesi sopratutto, riaccertamenti dei residui attivi e passivi. I revisori spiegano che «i prospetti dei residui attivi e passivi, distinti per anno di provenienza, riportano dati contabili non riscontrabili in quelli del preconsuntivo 2014» (pag. 1, primo cpv.). Come a dire, traduco per il non specialista, che quello che si legge nei prospetti non risulta nel preconsuntivo. Questi errori mal s’acconciano col fatto che, a quanto pare, il personale lavora sui residui già dal 2013.
Osservano, infine, che hanno chiesto alcuni documenti che non sono, alla data odierna, è il 26 agosto 2015 quando scrivono la lettera, ancora pervenuti, per cui denunciano l’impossibilità di compiere le analisi richieste. Tra i documenti elencano il conto degli agenti contabili interni (economo), l’inventario generale dei beni mobili, gli ultimi bilanci e gli ultimi rendiconti degli organismi partecipati diversi dalle società partecipate e copia della Relazione trasmessa dal Comune alla Corte dei conti sugli effetti del Piano triennale di contenimento della spesa.
Verrebbe da dire che c’è sempre un momento in cui (tutti) i nodi vengono al pettine; ma non lo dico.
Due giorni dopo, il 28 agosto, ha risposto la Segretaria generale che, un po’ indisposta, ha precisato:
1°. i dati della Relazione «saranno oggetto di apposita rettifica». Riconosce, quindi, le «incongruenze»;
2°. le parti erronee della determina dell’economo saranno corrette, ma si tratta di scostamenti solo formali. Riconosce anche qui gli errori;
3°. il conto degli agenti contabili non esiste. Immagino che innanzi ad una frase cosìffatta, il lettore resti, com’è capitato a me e per lungo tempo, un po’ perplesso. Spiego approssimativamente cosa sono gli agenti contabili e in che consiste il relativo conto. Gli agenti contabili sono tutti coloro che, negli enti locali, hanno maneggio di denaro pubblico o sono incaricati della gestione di beni di proprietà dell’Ente rappresentato (art. 93 del Tuel). Maneggiando il danaro pubblico, ovviamente, tali persone sono sottoposte a speciali controlli amministrativi e giurisdizionali. Nei controlli giurisdizionali rientrano anche i controlli della Corte dei conti. Vediamo in che consiste, concretamente, un «conto degli agenti contabili». Talora è necessaria la disponibilità di danaro liquido per compiere minute spese come erogare aiuti agli indigenti o acquistare oggetti di immediata necessità. Si attribuisce, per ciò, in disponibilità, ad uno o più funzionari, una somma complessiva liquida da destinare ad esse. Ad esempio si attribuiscono 20.000 euro da erogare in frazioni inferiori o al massimo uguali a 750-1000 euro. Per ogni frazione di spesa dovrebbe indicarsi, per legge, la destinazione. Essa, invece, non viene indicata. Quando si rendiconta, l’impiegato si limita a scrivere che la somma di 20.000 euro si è esaurita. Insomma, né il popolo, né i superiori, possono sapere come sono stati impiegati quei soldi che, si badi, assommano a centinaia di migliaia di euro all’anno. Ciò non significa che non siano ricostruibili.
Su questo punto, ad ogni buon conto, la Segretaria si è limitata a scrivere, direi candidamente:
«L’economo comunale riceve le somme consegnate dagli agenti contabili (…) in assenza di nota di accompagnamento. Per questo motivo ad oggi può solo trasmettere ai revisori il totale delle somme depositate dagli stessi».
Mi chiedo e sopratutto lo chiedo alla Segretaria come avete agito lo scorso anno. In altri termini cosa avete risposto, se lo avete fatto, in occasione del consuntivo 2013, trattandosi di adempimenti previsti da sempre per legge?
4°. l’inventario dei beni mobili non è mai stato compilato (dall’economo); sono stati redatti, comunque, degli inventari settoriali. S’intuisce che si sta parlando di soluzioni di ripiego;
Negli anni passati i revisori lo hanno chiesto o no? Ricordo che sono dati che ad ogni esercizio devono essere inviati alla Corte dei conti. Per altro osservo che anche i dipendenti, incaricati del servizio, sono rimasti immutati. Cos’è cambiato, dunque?
5°. la Relazione sul contenimento della spesa (quella che, a dire dei revisori, il Comune avrebbe inviato alla Corte dei conti), non è mai stata redatta né approvata. Non solo, ma la Segretaria non la ritiene nemmeno necessaria, perché gli interventi di riduzione della spesa sarebbero desumibili dal Piano di riequilibrio. Il giudizio, manco a dirlo, non è condivisibile, perché la relazione è destinata a illustrare le operazioni di contenimento, non solo il risultato che, attraverso esse, si consegue.
Queste semplici due lettere bastano a dire come siamo messi al Comune: non esiste un inventario; non si contabilizzano in modo specifico e qualificato alcune somme; sussistono errori contabili nonostante il tempo impiegato per la revisione straordinaria dei residui; si ha notizia di relazioni (forse) inesistenti; si inviano in ritardo e non al completo i documenti contabili ai revisori; si tratta ad oltranza per il debito verso il Comune di Scicli quando si hanno avuto due anni per farlo comodamente e non si è fatto. Per giunta in un momento in cui abbiamo la Corte dei conti col fiato alla gola e la Cassa depositi e prestiti che, oltre a darci lezioni di legislazione contabile, ci invita a restituire 14 milioni di anticipazione di liquidità. Forse era meglio morire da piccoli.
© Riproduzione riservata